Per Ratzi

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!Pat!
00giovedì 10 novembre 2005 17:42
Cara amica, girando sui forum ho trovato questo scritto di Seneca molto interessante, volevo proportelo e iniziare una discussione. Ritieni che abbia un senso oppure si puo' inserire in una discussione gia' esistente?
Mi piace molto. Grazie amica. Con affetto,Pat [SM=g27824] [SM=g27824]
!Pat!
00giovedì 10 novembre 2005 17:43
Seneca
[SM=g27822]
Tu mi chiedi, Lucilio, perché, se Dio si prende cura del mondo, accadono ai buoni tante disgrazie. L'argomento esigerebbe una trattazione più ampia, inquantoché si dovrebbe prima discutere e dimostrare se e vero che l'universo è retto da una legge provvidenziale e che Dio si cura effettivamente di noi, ma poichè tu mi domandi di affrontare una sola parte del problema, per risolvere il tuo quesito, senza approfondire l'intera questione, farò una cosa semplicissima: assumerò, cioè, la difesa di Dio. innanzitutto è superfluo dimostrare, a lmeno per il momento, come un'opera di così vasta portata qual è l'universo possa sussistere senza che alcuno la sorvegli e come il regolare e costante corso delle stelle, nel loro duplice moto di avvicinamento e di allontanamento, non sia dovuto ad un impulso casuale - cosa impossibile inquanto tutto ciò che si muove disordinatamente si scompiglia e dà di cosso, mentre queste rotazioni procedono senza intoppi, sotto la spinta ordinata di una legge eterna, portando sulla terra e nel mare un'enorme quantità di esseri animati e inanimati e sparpagliando nel cielo un gran numero di chiarissime stelle rilucenti secondo un ordine che le colloca ciascuna in un posto preciso e determinato.
Né serve dimostrare come tutto quest'ordine non possa attribuirsi ad una materia cieca, che vaghi a caso, e come degli elementi aggregatisi fortuitamente possano restare sospesi nel vuoto, con tale e tanta arte da far sì che l'enorme mole della terra se ne rimangaimmobile a contemplare il cielo che le gira intorno nel solerte e veloce moto degli astri, e consentire che i mari s'insinuino nelle valli, rendendo le terre permeabili affinché i fiumi poi nel riversarsi non abbiano a straripare, e come infine da piccoli semi possano nascere organismi viventi tanto grandi.
E anche quei fenomeni che sembrano oscuri e irregolari - cioè le piogge, le nubi, lo sprigionarsi e l'abbattersi dei fulmini, le lave incandescenti che traboccano dai crateri dei vulcani, le scosse della terra che vacilla sotto i nostri piedi e tutti quegli altri rivolgimenti che si verificano nell'atmosfera che circonda la terra - per quanto imprevedibili, non accadono senza una ragione, ma hanno anch'essi le loro cause, non meno di quei fenomeni che sembrano miracoli inquanto accadono in luoghi diversi da quelli in cui, secondo noi, dovrebbero verificarsi, come le sorgenti d'acqua calda nel bel mezzo del mare o l'emergere improvviso di nuove e vaste isole nell'immensità dell'oceano.
Se poi osserviamo le spiagge prosciugarsi e ribagnarsi nel moto alterno delle onde che cadenzando si ritraggono e rifluiscono in breve spazio di tempo, possiamo mai pensaree che questo flusso e riflusso, che ora cede ed ora riconquista la propria sede, sia dovuto al caso? Al contrario, le onde crescono e si riversano sulla spiaggia con un ritmo periodico, in giorni ed ore stabiliti, alzandosi e abbassandosi secondo l'attrazione esercitata dalla luna, che determina appunto il rigonfiarsi e lo straripamento della massa marina. Ma rimandiamo ad altro tempo la discussione su tutti questi fenomeni, tanto più per il fatto che tu non metti in dubbio la provvidenza, ma te ne lamenti: io voglio riconciliarti con Dio e dimostrarti che non è ingiusto coi buoni. Del resto è legge di natura che un bene non possa nuocere ad un altro bene.
Tra gli uomini virtuosi e la divinià c'è uno stretto legame di amicizia, costituito dalla virtù, anzi un legame più che di amicizia, costituito dalla virtù, anzi un legame più che di amicizia di parentela e di somiglianza inquantoché l'uomo buono differisce da Dio solo per via del tempo, voglio dire perché non è eterno come lui, che, da quel padre meraviglioso che è, ma anche esigente in fatto di virtù, lo educa quale suo figlio vero, e discepolo ed emulo, più duramente di quanto non educhi gli altri, come del resto fanno tutti i padri severi. Perciò quando vedi gli uomini buoni - che come ho detto sono cari a Dio - affannarsi, sudare e arrampicarsi lungo difficili pendii, mentre i malvagi se la spassano e nuotano nei piaceri lascivi della carne, pensa quanto ci diletti vedere i nostri figli costumati di fronte a quelli, sfacciati, della servitù, e come mentre i nostri li teniamo a freno con una dura disciplina alimentiamo così la sfrontatezza degli altri.

La stessa idea devi farti di Dio: Egli non tiene l'uomo buono in mezzo ai piaceri, ma lo mette alla prova, lo irrobustisce, e in questo modo lo fa degno di sé.
Seneca

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