L’NDE (Near to Death Experience) e’ l’OBE (Out of Body Experience) alla ennesima potenza ovvero il VA (Viaggio Astrale) per antonomasia.
Chi, come me, trova gli acronimi una forma di comunicazione primitiva e brutale avra’ un riflusso gastro-esofageo… comunque...adeguiamoci...
Il mio interesse per il viaggio astrale e’ nato dalla convinzione che il conoscere se stessi in vita, la propria essenza, la propria capacita’ di sdoppiamento astrale e l’ acquisire consapevolezza di questo fondamentale dualismo naturale permetta in ultima analisi la
gestione consapevole della propria morte. Credo anche che questa mia laicissima convinzione non sia il frutto di una speranza o di una lettura che mi abbia affascinato. Penso semplicemente di essere morto molte volte, e che cio’ sia naturale, succeda a tutte le entita’ piu’ o meno consapevoli, e sia parte del ciclo evolutivo esteso di noi come brandelli di consapevolezza del Tutto perennemente in altalena tra due stati dell'esistenza (vita-morte che si alternano). Credo di essere vicino al ricordare la mia storia millenaria. Ognuno di noi, qui, a parlare di OOBE e a sperimentare VA, in modo del tutto naturale, e’ vicino al momento in cui l’orizzonte della consapevolezza si allarghera’, ricordando sempre piu’ lucidamente pezzi importanti di Verita’ relativi alla propria piu’ intima essenza.
Milioni di farfalle (Eben Alexander; Mondadori, Milano 2013; pp. 204), recensione sul quotidiano CronacaQui, 4 Aprile 2013
Eben Alexander, classe ‘53, è un neurochirurgo cerebrovascolare statunitense. Ha contribuito allo sviluppo di procedure operatorie avanzate e presentato le sue ricerche in circa duecento convegni. La sua occupazione è comprendere e curare i mali del cervello. Per quindici anni ha insegnato alla Harvard Medical School di Boston. Eben è uno scienziato e come tale ha sempre ritenuto che la coscienza abbia origine a livello neuronale e sinaptico. Se il cervello si spegne, si muore. Era questa, almeno, la sua convinzione fino al novembre 2008. Quel che gli accadde, e che gli cambiò radicalmente la vita, lo racconta nel libro “Milioni di farfalle” (Mondadori, 2013), titolo che differisce dall’originale “Proof of Heaven” (Prova del Paradiso).
Vittima di una rara forma di meningite batterica, Eben cadde in coma per sette giorni. La sua neocorteccia, la parte del cervello che presiede alle più importanti funzioni umane (memoria, logica, linguaggio, emozioni e percezioni sensoriali) era disattivata. In questo stato nessuna esperienza mentale è possibile. Invece, Eben ebbe una Nde (Near to Death Experience), o esperienza di pre-morte.
Si ritrovò a volare sopra nuvole colorate, udire cori angelici, incontrare entità superiori. Mentre il suo corpo era in coma comunicò senza parole con esseri luminosi, sperimentando modelli emozionali difficilmente descrivibili. Quando si risvegliò, illeso, iniziò a rielaborare quanto vissuto per rivelare al mondo la sua scoperta: il Paradiso esiste, è realtà e lui c’era stato. “Milioni di farfalle” deve indubbiamente la sua notorietà all’autore, un rappresentante di quella scienza che dovrebbe spiegare ogni fenomeno ma che, con tutta evidenza, ha dei limiti per ora invalicabili.