Morte e mente

sayoss
00venerdì 26 febbraio 2010 11:57
Da qualche giorno mi sono sorte delle domande:
tutto quello che apprendiamo durante la vita, fin da quando nasciamo, quindi compreso il saper parlare, viene memorizzato nella nostra mente, nel cervello, giusto?

Quando il nostro spirito lascia il nostro corpo, per esempio con un sogno o un viaggio astrale, come fa lo spirito a mantenere quella memoria della nostra vita visto che le informazioni sono nel corpo fisico?
E a questo diciamo che ho trovato una possibile risposta: lo spirito mantiene un collegamento con il corpo fisico e quindi anche con la mente.

Ma quando moriamo, non lo so ma presumo che lo spirito si separi completamente dal corpo fisico, quindi cosa ne è di tutto ciò che abbiamo imparato in vita, compresa la capacità di saper parlare?
Lo spirito a una propria memoria oppure no?
Perchè se lo spirito non mantiene memoria vorrebbe dire che quando muoriamo saremmo "vuoti".
Questo potrebbe comunque spiegare perchè non abbiamo ricordo di vite precedenti, sempre che ce ne siano state.

Ovviamente non mi aspetto una risposta sicura, volevo solo sapere che cosa ne pensate.
mistermoog
00venerdì 26 febbraio 2010 12:04
Ciao Say, questo per me è parlare sempre in termini spaziotemporali. Non sappiamo se la realtà fuori da questa ci farà vedere le cose da altre angolazioni. Sono portato a pensare di sì, e che la questione verrà meno. E comunque, chi ha detto cosa sia mente? E dove "va a finire"? (Ma questo è già ampiamente discusso nel thread SUPERPIPPA)
acronimo
00venerdì 26 febbraio 2010 14:11
Say, io penso che tutto il nostro bagaglio culturale etc non riiseda nel cervello fisico ma in un "cervello-anima" ed il cervello fisico serva solo a codificare le informazioni dal e verso il dcervello-anima al mondo-cervello fisico.... Insomma una sorta di RAM volatile (cervello fisico) che accede all'hard-disk fisso (anima)...

....anche perchè noi nasciamo già con un carattere, con delle attitudini, con certi modi di essere e di fare... [SM=x431217]

Toposamu
00domenica 28 febbraio 2010 04:14
secondo me nella nostra condizione non possiamo comprendere come si deve. può essere tutto come niente.
cosa sbagliata è vederla pensando ad un computer.

acronimo ho bestemmiato guardando il tuo avatar! per un attimo ho pensato di essere più rincoglionito del solito :-)
Z3NITH
00lunedì 1 marzo 2010 00:04
Invece a me il paragone con il computer garba parecchio perchè in effetti l' uomo pensante è molto simile ad un computer con le dovute proporzioni. La memoria volatile a cui si riferisce Acronimo io la chiamere buffer che è più una memoria temporanea.
Io sono convinto che il nostro bagaglio culturale non vada disperso con la morte biologica. Io credo che tutto ciò che l' esperienza di vita sulla terra ci trasmette venga immagazzinato all' interno del nostro essere sotto forma di coscienza ed essa non è altro che quello che noi chiamaimo corpo astrale. Di conseguenza al termine della vita fisica la nostra coscienza perdurando all' infinito porterà con se quanto appreso dall' individuo durante la sua permanenza nel mondo fisico.
La prova che mi porta ad avere questa convinzione è il contatto che abbiamo con i defunti durante i nostri sogni. Essi si ricordano di noi venedoci a trovare, quindi se si ricordano di noi perchè dimenticare il resto? [SM=x431230] Inoltre condivido pienamente ciò che ha scritto Acronimo e cioè che alcuni di noi nascono con delle doti naturali che non hanno appreso dalla loro vita fisica, ma che probabilmente avevano ancor prima di essere concepiti.
piper.38
00lunedì 1 marzo 2010 16:33
La penso come Zenith, secondo me è una giusta spiegazione.
mistermoog
00lunedì 1 marzo 2010 19:11
Io quasi per tutto, il contrario invece. Basta partire da questo carattere oggettivo che si dà al sogno. Spiegatemi, i morti non avrebbero di meglio da fare che occuparsi dei nostri sogni..? mumble mumble...(e non il contrario, cioè che noi ci ricordiamo di loro e usiamo il ricordo per muoverli come marionette, dando loro il "ruolo" che più ci aggrada nel teatrino in cui si inscena la recita tra il nostro inconscio e noi?)
Z3NITH
00lunedì 1 marzo 2010 22:32
Forse dici così perchè non hai mai avuto esperienze con i defunti così vivide da essere credibili o esperienze in cui veniva annunciato un evento che si sarebbe verificato da lì a un paio di giorni.
Se fosse come dici tu (e potresti anche avere ragione, sono pronto a mettere in discussione le mie convinzioni) finiremmo per essere un "semplice" essere vivente che con assoluta casualità ha ricevuto il dono della vita capace di generare artifci con e nella prorpia mente e nulla di più. Io amo credere invece di essere speciale inquanto un essere umano [SM=x431230]
mistermoog
00martedì 2 marzo 2010 03:02
Re:

Oggi posso dire che, no, non ho mai avuto esperienze con i defunti.
Esperienze in cui veniva annunciato un evento che si sarebbe verificato da lì a poco tempo? SI'
Ma questo non vuol dire che dei trapassati si siano scomodati per venire a dire a me cose che avevano a che fare con una vita che PER LORO NON E' PIU'.
Può voler dire anche, chissà, che esiste un canale di comunicazione con un'esperienza collettiva. E che gli attori siano gestiti proprio da un direttore inconsapevole tipo me?




Durandal00
00martedì 2 marzo 2010 11:11
Io mi son chiarito le idee su questo punto grazie ai libri di Castaneda. Davvero unico. Consiglio tutti i suoi libri a tutti di voi :)
Ma anche ció che dice Acronimo in un certo senso non é errato.
Ma sapremo sicuramente la veritä al momento della morte,non credete?! :D
daneconnie
00martedì 2 marzo 2010 13:14
Oddio, sono anni che penso a questa storia... alla fine, mi sono rassegnata! Vivo la vita e, quello che sarà alla morte, lo scoprirò. Magari non sarà neanche così male come tutti pensano. Di esperienza con i defunti ne ho avuta una: mia nonna morta, amantissima in vita del gioco del lotto, in morte mi ha dato tre numeri e una ruota, dicendomi che se non avessi giocato non mi avrebbe più detto nulla (sapeva che non tentavo mai la sorte!). Beh ragazzi, ho vinto. Sarà il caso? Chissà. La conclusione a cui sono arrivata, dopo essermi tanto scervellata, è che non potrò mai essere sicura di nulla, solo fare congetture, il che è piacevole, finché non ti fai prendere dall' ansia della morte e dagli attacchi di panico... come è successo a me.
Il segreto penso sia il vivere in maniera curiosa e aperta, e l' amore e la fede (in quello che volete e che vi fa star bene!).
Durandal00
00mercoledì 3 marzo 2010 09:48
fortunata direi :)
E si...viviamocela questa vita,quello che c'e' dopo lo scopriremo poi...
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