La "Santa" Inquisizione

csssstrinakria
00lunedì 14 gennaio 2013 22:32
In Sicilia

STRUTTURA DELL’INQUISIZIONE

L’Istituto inquisitoriale fu un formidabile strumento di controllo del territorio, dell’attività politica ed economica, della cultura, della morale e della religione. La struttura dell’inquisizione spagnola in Sicilia era così composta
1 )PRIMO INQUISITORE (coadiuvato da altri due)
2 )NOTAIO DEL SEGRETO (Presente alle testimonianze e le trascrive)
3 )NOTAIO DEI SEQUESTRI (annota i beni immobili)
4 )ALGUZIR (ufficiale della guardia dell’inquisitore e capo carceriere)
5 )FAMILIARI (rete spionistica, aiutanti interni e sostenitori esterni del Sant’ Uffizio)

I FAMILIARI

Far parte della “familiatura” era un onore ambitissimo,per diventarne membro ci si doveva sottoporre ad un attento scrutinio da parte dell’Inquisizione di Palermo ,che successivamente inviava il dossier del candidato a Madrid, se qui veniva approvato si entrava nella struttura e si riceveva la “patente”, documento di identità e di appartenenza alla famiglia inquisitoriale.

La connotazione elitaria dell’istituto, la cooptazione al suo interno di larga parte del mondo della cultura, rendeva facile agli inquisitori, trovare elementi adatti a fungere, nei processi, da consultori nelle materie di diritto civile e canonico e da “qualificatori” in quelle di fede.

All’interno del Tribunale, i “familiari” svolgevano funzioni di polizia segreta, di consulenza nei processi, di vigilanza attorno agli edifici del tribunale e lungo i confini naturali, i porti e le spiagge del viceregno, spesso si occupavano anche della cattura degli imputati. In cambio ricevevano protezione assoluta infatti non solo godevano del diritto di essere giudicati dal foro del tribunale, ma addirittura potevano trasferirvi le loro cause civili. Quest’ultimo privilegio aprì la strada ad una vergognosa attività speculativa. Accadeva che quando un creditore aveva un credito inesigibile lo vendeva a basso prezzo, a qualche “familiare”, questi trasferiva il contenzioso dal foro civile a quello inquisitoriale, a questo punto, la paura che incutevano gli inquisitori era tale da indurre il debitore a saldare il debito a costo di qualsiasi sacrificio.

Questo costume era così diffuso che più volte la Suprema Inquisizione di Madrid, sollecitò vanamente gli inquisitori siciliani a mettere un freno allo strapotere dei familiari siciliani.

Di fatto essere “familare” dell’Iquisizione significava godere di una serie di privilegi e benefici tali da indurre la nobiltà siciliana ad accorrere sotto la protezione del Sant’Uffizio per sottrarsi alla giustizia del re. La Monarchia, in breve, rischiava di essere travolta dal Sant’Uffizio e il pericolo era tale da indurre Carlo V a stipulare la “Concordia” del 1597, rimasta lettera morta, per limitare l’accesso dei nobili alla familiatura.

Il privilegio di appartenere al foro inquisitoriale veniva sempre esteso anche ai parenti, purché vivessero nella stessa casa di chi era fornito di “patente”.

I Lanza, i Ventimiglia, i Moncada, gli Amari e tanti altri facevano parte della familiatura e furono tra quelli che nel 1783 suggerirono il rogo delle carte inquisitorie per non essere additati al pubblico ludibrio.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:58.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com