Re: mah!
Be' sulla parentesi che apri ozy, purtroppo, non posso che sottoscrivere la tua visione, anche perchè non ho altre alternative. E qui il discorso potrebbe prendere una piega molto triste e seria.
Ma tornando ai fumetti, che nel bene e nel male sono la nostra gioia, probabilmente il mio giudizio su Dylan è stato quantomeno espresso male: quello che intendevo dire è che "l'indagatore dell'incubo" anche se ha delineato una certa sterzata nei canoni fumettistici bonelliani (come giustamente da te sottolineato) - dove prima di lui imperversavano i personaggi forti, decisi e senza incertezze e dubbi "umani" - lo ha fatto probabilmente sfruttando la numerosa fetta di popolazione che si aspettava di trovare in lui quello che poi lui sarà. In altre parole, so di non essere stato molto chiaro, Dylan sfrutta il bacino di utenza non ancora sfruttato dalle altre serie bonelliane (simile a quello di Ken Parker, ma non uguale però); quello dei ragazzi dell'epoca sensibili alle tematiche sociali, delle persone pronte a bagnarsi gli occhi di fronte ad una storia d'amore ben orchestrata, di tutti coloro che incerti nella loro condizione sociale e umana, vi si aggrappano trovandovi certezze e rassicurazioni che non trovavano da nessuna altra parte.
Purtroppo però, ritengo, e questo lo posso dire solo perchè sono ormai passati molti anni, e la connotazione di Dylan si è molto più precisata, che la via perseguita da questo fumetto (con le debite e notevolissime eccezioni) sia stata quella del dopo "qualunquismo". Andare cioè, volontariamente ed in maniera fin troppo palese, ad appagare quei desideri, disillusi nella vita quotidiana, delle persone.
Se in alcune storie ho potuto con molto piacere constatare come Dylan fosse un piacevole rappresentante delle mie più "nobili" aspirazioni, in molte altre ho notato qualcosa di molto diverso. Purtroppo ora non ricordo il titolo, non sono granchè come "memorizzatore", ma ricordo distintamente la scena finale della storia in cui si parla di una sorta di uomo lupo (la prima prodotta di questo genere, dovrebbe essere), in cui questo lupacchione è ucciso dalla polizia che lo circonda.
A questo punto Dylan esclama "siete voi - rivolto ai poliziotti - i veri mostri". Questo non è un tentativo di seguire la facile linea guida della retorica per accalappiarsi la maggior parte dei consensi??? Come puoi accusare degli uomini di essere dei mostri, se questi:
1)hanno di fronte a loro un essere che è terrificante e ucciderebbe di paura chiunque lo guardasse. E sopratutto 2)sanno che quell'essere (ora non ricordo se era vero oppure no) ha ucciso delle persone in maniera barbara
E facile dire "e va be' ma quello era un povero sfortunato", però noi lo sappiamo, mica i poliziotti!!!
Ho detto questo solo per portare un esempio per la mia tesi, ma potrei continuare citando tutte quelle innumerevoli volte in cui il lavoro di impiegato, o meglio l'impiegato stesso, è bollato con espressioni del tipo "trasparente", "conduce una vita di cui nessuno si accorge" e così per le casalinghe e per tutti coloro che per un motivo o per un altro svolgono attività non proprio entusiasmanti. E quante volte ancora è stata definita la vita il vero e unico orrore???
Insomma, pur apprezzandolo in molte sue forme, e senza voler continuare all'infinito, ritengo che Dylan, oggi più che nel passato (i primi 50 numeri!), segua la strada della facile retorica e non sia un vero anti-eroe, pronto a confrontarsi con il mondo e con le sue difficoltà con mente e cuore aperto, com'era Ken Parker!
Ciao ozy, e senza rancore!
[Modificato da Simpaticone23456 02/02/2004 23.47]