Il linguaggio dei Sogni

Auriah
00giovedì 8 marzo 2007 12:51
Pastoiamo...
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Il 27 marzo a Vigevano (PV) conferenza sull'interpretazione dei sogni.
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Indulgiamo, ogni tanto, nel ricordo di un sogno, nel raccontarlo a qualcun altro o anche solo ripercorrendolo nei nostri pensieri... E ricorre in noi quella strana sensazione, talvolta intensa, talvolta fievole, come di aver guardato nascostamente attraverso una finestra rivolta verso un mondo diverso, sospesa in un limbo grigio e indefinito, anche noi sospesi osservatori di avvenimenti incomprensibili, di scene che cambiano repentine, di cieli dai colori innaturali, di terre i cui confini continuano invisibili oltre gli orli della nostra vista.

E a pensarci non riusciamo a ricordare dove sia quella finestra, come l'abbiamo raggiunta, come si sia aperta... nel nostro mondo tutto prosegue linearmente, il sogno e i suoi abitanti disegni di fumo che inascoltati svaniscono, un'eco che si perde tra i monti, presto intangibile silenzio...


Cosa sono i sogni? Da dove vengono?
Tutti sogniamo, chi più, chi meno, chi dice di non sognare affatto mentre in verità semplicemente non ricorda cosa ha sognato.
Purtroppo raramente ci soffermiamo a cercare di capire cosa realmente un sogno voglia comunicarci.
Quasi sempre accantoniamo i sogni per dar spazio alle cose vere e tangibili della vita quotidiana. I sogni in genere vengono poco considerati, dispersi nella dimenticanza in quanto cose di poco conto, inutili, o comunque incomprensibili.
La vita del sogno è invece una effettiva realtà, esattamente complementare a quella della veglia.
Considerare i sogni come un mero fenomeno chimico a livello cerebrale conseguente allo stato di riposo del sistema organico, sarebbe come considerare le poesie inchiostro su carta.
Nulla di ciò di cui siamo fatti è superfluo o inutile, e il solo fatto che sogniamo e non ne conosciamo i significati, è la prova lampante e immediata di quanto lontani ci troviamo dal sapere chi siamo e quel che abbiamo dentro.
Paradossalmente, senza nulla togliere al genio del padre della psicanalisi, risulta evidente come non sia indispensabile il supporto di Sigmund Freud per capire qlcsa che nasce da noi stessi, nè le intricate ed esclusive metodolgie di questa o quella teoria psicologica.
Perchè mai la capacità di comprendere i sogni dovrebbe essere una competenza posseduta da poche persone, se il sognare è un'esperienza universale per il genere umano? Sarebbe paradossale se un individuo, dopo aver detto qualcosa, dovesse poi chiedere a qualcun'altro di spiegargli che cosa ha detto.

Fin da quando nasciamo e cresciamo, il mondo ci abitua a dare per scontate troppe cose, ci abitua a farci poche domande, a prendere per ovvie le cose che ci insegnano i nostri genitori e la società in generale. Vuoi per una errata educazione, vuoi per la tendenza a conformarsi con la società, finiamo spesso col costruirci una pesonalità fittizia, una struttura artificiosa senza la quale ci sentiremmo nudi e tremendamente vulnerabili, e per difendere la quale riusciamo anche a fare del male a qualcun altro e a noi stessi. Di conseguenza la crescita interiore, la maturazione, la ricerca della felicità, lo scopo della vita vengono eclissati da questi capricci involutivi, e relegati come in un container a tenuta stagna da cui però continuano a gridare per farsi sentire... così può essere considerato l'inconscio.
Dall'Inconscio provengono appunto i nostri bisogni e desideri inconfessabili, le emozioni, le intuizioni, la creatività, le potenzialità che nell'infanzia avevano libero sfogo, e che sono state via via inibite con la crescita.
L'Inconscio è un bimbo che ride o piange o fa i capricci, chiuso dentro la cella fredda e buia della nostra identità.

E' naturale che immergersi in profondità possa far paura; l'interpretazione dei sogni è uno metodi più morbidi, perchè conduce un passo alla volta a capire la lingua di chi ci chiede aiuto da una vita, vale a dire noi stessi.
I sogni sono parte di noi, sono la nostra 'altra faccia', recano un messaggio che non capiamo, e che invece potrebbe essere importante. Ci raccontano ciò che siamo, il perché di ciò che ci accade, il perché dei nostri problemi, e con sè portano ogni soluzione.
Come per una madre è naturale capire e interpretare il bimbo che piange, così tutti dovremmo saper ascoltare e capire perché il bambino che è in noi piange, o ride, o perché ha paura, o la causa della sua infelicità, e quindi vedere subito cosa è necessario fare per rimediare.
Ma se i sogni sono così importanti, perché mai sono anche così incomprensibili?
I simboli, attraverso cui si esprimono i sogni, possono essere considerati i mattoni elementari dell'attività cognitiva, gli enzimi attraverso cui noi sintetizziamo la realtà complessa che ci circonda. Ogni simbolo è la sintesi di innumerevoli oggetti, idee, forme, è l'essenza che li accomuna.
Non è il linguaggio dei sogni quindi quindi ad essere distorto e incomprensibile, è la nostra mente ad avere disimparato a comprenderlo.
Basta quindi un po' di ..."ginnastica mentale"!!
Capire i propri sogni vuol dire diventare padroni anche dell'altra metà della vita, significa rivedere e ampliare il concetto di sè stessi.
mistermoog
00sabato 17 marzo 2007 13:44
Promemoria

Capire i propri sogni vuol dire diventare padroni anche dell'altra metà della vita, significa rivedere e ampliare il concetto di sè stessi.



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