Detective Dante

La discesa agli inferi di... BARTOLI & RECCHIONI!!!
Splendidamente illustrata da... ELISABETA BARLETTA!!!
94 pagine di... PIOMBO, SANGUE E TORMENTO!!!
Benvenuti a... PARADISE CITY!

Ha debuttato in edicola a giugno, al costo di 2,60 €: trattasi di mini serie (già pianificata in tre archi narrativi per 24 numeri in totale) dichiaratamente appartenente al genere hard-boiled scritta per l'Eura dai "padri" di John Doe.

Nel primo numero, dopo un rapido flashback sulla morte della moglie Maria, assistiamo all'arrivo di Henry Dante (detective, cosa che è chiara fin dalla copertina) a Paradise City, con tanto di sparatoria in una tavola calda, durante la quale il nostro uccide tre rapinatori senza la minima esitazione.
Successivamente, facciamo conoscenza con la detective Meridiana Cortez, futura compagna di Dante e col vice capo Parker, che, dopo qualche formalità, spedisce i due a fare un giro per Paradise City.
Neanche il tempo di stabilire in che modo vanno trattati gli omicidi in città, che i due, rispondendo a una segnalazione, si ritrovano nel quartiere ispanico, territorio di una banda il cui capo ha appena ucciso la sua donna (giovane, bianca e figlia di un produttore) e suo fratello.
Le cose volgono rapidamente al peggio: Dante, in cerca di rinforzi, trova la radio della macchina distrutta, viene tramortito e quando si risveglia, trova metà dei maldecido (la gang locale) ben intenzionati a impedire l'arresto.
Tra una cosa e l'altra, Dante spara al neo capo della banda e, insieme a Cortez e al prigioniero, fugge in auto per poi barricarsi in un supermercato in attesa di rinforzi.
I maldecido erano già pronti per una guerra con la polizia e impegnano gli agenti per tutta la notte, mentre i due detective cercano di non fare la fine del loro arrestato, ucciso da una scheggia durante un attacco.
Il mattino successivo vede una trentina di vittime tra gli ispanici, un paio tra gli agenti e feriti assortiti... e i nostri che se ne vanno a casa per una doccia prima di fare rapporto.

Il tutto lascia (almeno a me) un *enorme* senso di deja-vù.
A parte il detective dal grilletto facile e dal tristo passato che si potrebbe definire un cliché hard-boiled, Paradise City mi ricorda più una città filmica, divisa tra centro caotico, ville d'elite e sobborghi poveri, dove le gang la fanno da padrone.
In questa ambientazione, come s'inserisce il nostro detective? S'inserisce? Mica tanto: continua per la sua strada di duro e puro, preferendo seminare cadaveri che compiere un arresto decente, come se così potesse porre rimedio al non aver trovato - o cercato - l'assassino della moglie.
A proposito dell'omicidio di Maria, non solo sembra essere stato la causa della fuga di Henry da New York, ma quest'ultimo la "vede" e le parla non solo mentre è svenuto o semidormiente, ma anche durante la sparatoria e a fine albo, dove sembra comportarsi come se potesse perfino interagire con lei.
Quanto ai disegni, le ambientazioni sembrano buone, ma alcune posture dei personaggi hanno un che di rigido mentre i volti danno spesso l'impressione di avere qualcosa che non quadra: uno sguardo strabico qui, delle labbra storte lì, un cranio di 3/4 con pezzi "prospetticamente strani" là...

Insomma, come inizio non è che mi convinca più di tanto: tolte le sparatorie, della storia non resta granchè, di indagini non se ne parla e protagonista e comprimaria tendono verso stereotipi direi quasi abusati.
Ok, non è che nei fumetti - o nelle opere dell'umana creatività - le ambientazioni siano milioni di milioni, ma qui non mi sembra di vedere molti sforzi tesi a una rielaborazione in senso originale... c'è da dire che si tratta comunque del primo numero e, anche se da quel che s'è visto non sembrano esserci grandi spazi di manovra, non è detto che le cose non migliorino.
Vedremo come va il #2, in uscita il 23 luglio.