Cabaret mistico

Auriah
00lunedì 5 ottobre 2009 13:07
Alejandro Jodorowsky


In breve
Attingendo alle tradizioni filosofiche, religiose e magiche più disparate, Jodorowsky si serve di più di un centinaio di storielle umoristiche e iniziatiche per analizzare l’essere umano – con i suoi problemi, le sue paure, le sue insicurezze – e aiutarlo a evolversi verso un livello di coscienza superiore.

Il libro
"Quando mi sono stancato di partorire opere che erano soltanto uno specchio del mio ego, ho abbandonato l'arte per due anni. E nel momento in cui ho dimenticato me stesso, mi è crollato addosso il dolore del mondo. La gente invischiata in un faticoso divenire, non per essere ma per apparire, aveva perso la gioia di vivere, come me.

Rintontiti da droghe, caffè, sigarette, alcol, zuccheri, eccessi della carne, delusi dalla politica, dalla religione, dalla scienza, dall'economia, dalle guerre "patriottiche", dalla cultura, dalla famiglia, tristi animali privi di uno scopo ma con la maschera di persone soddisfatte, passeggiavamo per le vie del nostro pianeta consapevoli che piano piano lo stavamo avvelenando.

La malattia della nostra società era davvero grave. Un'antica storiella cinese mi aiutò a uscire dal baratro:

Una grande montagna proietta la sua ombra su un villaggio. Per mancanza d’irradiazione solare, i bambini crescono rachitici. Un bel giorno i paesani vedono il più anziano di loro uscire dal paese tenendo in mano un cucchiaio di porcellana.
“Dove vai?” gli chiedono. Risponde:
“Vado dalla montagna”.
“Perché?”
“Per spostarla.”
“Con che cosa?”
“Con questo cucchiaio.”
“Ma tu sei matto! Non ci riuscirai mai!”
“Non sono matto, so che non riuscirò mai a spostarla, però qualcuno deve pur cominciare.”


Cabaret mistico è un libro spettacolo nel quale Jodorowsky svolge “una terapia pubblica collettiva”. Partendo da un centinaio di storielle umoristiche e iniziatiche attinte dalle tradizioni filosofiche, religiose e magiche più disparate, Alejandro Jodorowsky ci aiuta a sviluppare una Coscienza compiuta, a istaurare una più giusta relazione con noi stessi, con gli altri e con tutto ciò che ci circonda. Ed è proprio attraverso il sorriso che l’autore ci accompagna alla ricerca della nostra “verità autentica” per incorporarla nella nostra vita cancellando la paura della vecchiaia e della morte.

Approfondimento

3. I denti del cane

Un tizio ha vinto il primo premio della lotteria. Davanti ai giornalisti, mentre gli viene consegnato l'assegno multimilionario un intervistatore gli domanda:
“È contento, vero?”.
“Solo a metà... Sono molto sfortunato. Avevo comprato due biglietti della lotteria, ma il secondo non ha vinto niente!”

Detestare la vita o amarla è una questione di scelta. Gli eventi del presente sono causa di effetti futuri che, a seconda di chi li subisce, saranno considerati positivi o nefasti. La psicoanalisi parla di traumi, come se le aggressioni subite in passato fossero la causa degli attuali problemi del paziente. Eppure, partendo da un fatto traumatico - per esempio, una donna che viene violentata - la vittima può considerare la propria vita come rovinata per sempre oppure può ricostruirsi con una forza mai avuta prima. Un tizio subisce un tracollo finanziario, non si riprende più e finisce per suicidarsi. Un altro, in circostanze analoghe, riemerge con uno spirito rinnovato e, cambiando strada, intraprende un nuovo mestiere che gli consente di vivere meglio di prima... Perché alcuni si abbandonano alla negatività e altri no?

Un uomo si lamenta di essere sfortunato e di dover lavorare un'infinità di ore per avere qualcosa da mangiare... Gli dèi, stanchi delle sue lamentele, decidono di aiutarlo. “Quel poveretto, quando va a lavorare passa ogni mattina sul ponte che attraversa il fiume dell'Est. Gli faremo trovare lì un cofanetto pieno di monete d'oro.” All'alba l'uomo si sveglia di cattivo umore, come al solito. Giunto sul luogo previsto dagli dèi, grugnisce: “Mi dà così fastidio attraversare questo ponte ogni giorno, la sua bruttezza è insopportabile! Per non vederlo, camminerò a occhi chiusi”.

Il trauma non provoca il problema: agisce soltanto da detonatore. Una serie di circostanze genetiche, familiari, sociali, culturali crea nell'individuo un terreno nelle cui profondità possono celarsi sia cariche esplosive, sia semi fecondi. Uno spirito saggio studia per essere in grado di reagire di fronte a qualsiasi calamità dicendo: “È tutto a fin di bene”. Uno spirito malato dirà: “È tutto a fin di male”. Il tizio che aveva vinto il premio della lotteria appartiene alla seconda categoria. Nella prossima storiella - che per la sua volgarità sconsiglio alle persone sensibili - un personaggio trova il tesoro metaforico che gli dèi ci fanno trovare sul ponte.

Per festeggiare il decimo anno di matrimonio, una coppia arriva in un albergo sul lago per trascorrervi una seconda luna di miele di una settimana. Subito il marito, con l'attrezzatura da pescatore, si reca in riva al lago. Ritorna tardi, con un cestino pieno di pesci. Lo stesso fenomeno si ripete nei sei giorni successivi. Mentre il marito paga il conto, il receptionist dell'albergo gli dice:
“Sono molto stupito, signore. Generalmente le coppie in luna di miele non escono quasi mai dalla loro camera, intente come sono a fare l'amore tutto il giorno. Non capisco come mai lei abbia passato la maggior parte del tempo a pescare”.
“Innanzitutto devo dirle che non posso fare l'amore con mia moglie: ha un pericoloso herpes vaginale.”
“Ma signore, esiste anche la via orale...”
“Impossibile, la sua bocca è piena di afte.”
“Be', c'è la via anale...”
“Non posso proprio: ha le emorroidi...”
“Ora la capisco, signore, sua moglie è davvero una catastrofe...”
“Non creda: io sono molto contento di lei. Quando defeca, i suoi escrementi sono pieni di vermi fantastici per la pesca.”

Questa predisposizione a trovare qualcosa di bello o utile in ciò che parrebbe schifoso, e a prediligere il minuscolo dettaglio positivo in un grande tutto negativo, la ritroviamo anche in un vangelo apocrifo:

Mentre i dodici apostoli passeggiano con il loro Maestro, vedono sulla strada il cadavere putrefatto di un cane. I discepoli, turandosi il naso, gli voltano le spalle. Invece Gesù Cristo si inginocchia davanti alle misere spoglie e dice con un sorriso:
“Ha dei denti bellissimi”.

Questo atteggiamento aiuta a scovare perle non soltanto negli angoli più sozzi del mondo, ma anche in quelli del nostro Spirito. Per mancanza di ideali, risultato della delusione che proviamo nei riguardi della specie umana (in qualsiasi momento si assiste in qualche luogo del pianeta al massacro di civili per mano di soldati assassini, oppure si vedono milioni di persone morire di fame), educhiamo i nostri figli senza far prendere loro coscienza del proprio tesoro interiore. Introduciamo nel loro spirito un giudice che li disprezza: non sono niente, non valgono niente, non possono fare niente... La nostra Anima è la principessa che dorme rinchiusa in un castello impenetrabile. E così come il principe pazientemente si apre un varco fra i rovi per raggiungere la principessa e darle il bacio che la risveglierà, il nostro Spirito deve penetrare nei labirinti della memoria per distruggere il giudice interiore - summa di tutti i pregiudizi familiari e sociali - e dopo avere riconosciuto le pulsioni della morte e le devianze della personalità, dovrà rifiutarle e avere il coraggio di dire “Questo non sono io”, fino a raggiungere il centro luminoso del tenebroso inconscio. Immersi in quella luce, ci rendiamo conto che il cane putrefatto è un nostro alleato angelico. Vediamo finalmente il mondo com'è: un eden che gli uomini di scarsa coscienza turbano con la propria violenza animalesca. E vediamo noi stessi trasformati in una unità in cui il Corpo, l'Anima e lo Spirito si completano in una felicità perfetta.


Auriah
00lunedì 5 ottobre 2009 13:46
Mortali, limitati, costretti a subire obblighi, ossessionati dalla completezza, gli umani si inventano una potenza dotata di qualità esattamente opposte alle loro: rivoltando come un guanto i propri difetti, si costruiscono qualità davanti alle quali genuflettersi e prostrarsi.
Sono mortale? Dio è immortale. Sono finito? Dio è infinito. Sono limitato? Dio è illimitato. Non so tutto? Dio è onnisciente. Non posso fare tutto? Dio è onnipotente. Non ho il dono dell'ubiquità? Dio è onnipresente. Sono stato creato? Dio è increato. Sto sulla terra? Dio sta in cielo. Sono imperfetto? Dio è perfetto. Non sono niente? Dio è tutto. E così via.
[...]
Io sono immortale semplicemente perchè la morte è solo un concetto. Niente scompare, tutto cambia. Se accetto le mie incessanti trasformazioni, entro nell'eternità. Io sono infinito perchè il mio corpo, polena dell'universo, non finisce con la mia pelle: si estende senza confini. Io so tutto perchè non sono soltanto il mio intelletto ma anche il mio inconscio, costituito dall'energia oscura che sostiene i mondi, io non sono soltanto le dieci cellule cerebrali che adopero quotidianamente, sono anche i milioni di neuroni che compongono il mio cervello. Sono onnipotente quando smetto di ripiegarmi su me stesso come individuo e mi identifico con l'umanità intera. Sono increato perchè prima di essere un organismo sono stato materia ignea, antimateria, energia, vacuità. La mia carne è costituita da residui di stelle che hanno milioni di anni. Sto nel cielo perchè la mia terra è una nave che solca un universo che a sua volta attraversa innumerevoli dimensioni. Sono perfetto perchè ho domato i miei ego facendo in modo che si unissero alla perfezione del cosmo. Io sono tutto perchè sono contemporaneamente io e gli altri.
viaggio australopiteco
00lunedì 5 ottobre 2009 14:12
molto interessante, grazie!
Gilgamesh90
00lunedì 16 agosto 2010 22:48
Un altro libro di jorodowsky letto bellissimo jorodowsky è un genio con una vita piena di belle esperienze è continua ad averne ancora ad 80 anni suonati
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