Come uscirne?
Sarà il periodo, sarà la stanchezza, sarà il 2012 che proprio non mi piace, ho notato che in questo periodo la mia partecipazione alla mia vita si sta affievolendo in modo significativo.
In parole povere, mi sembra di vivere con il pilota automatico. E’ come quando guido: spengo il cervello e il corpo si muove da solo per cambiare marcia, seguire la strada, azionare la freccia, frenare…
Finché si guida non è un problema, ma mi rendo conto che ultimamente faccio lo stesso anche per la maggior parte delle azioni quotidiane, dal mangiare al respirare, così, senza attenzione, come se fosse qualcosa relativo a qualcun altro e non a me.
Non pongo interesse in quel che faccio. Parlo di consapevolezza e poi non ne ho.
Domenica ho sentito un servizio in TV che parlava degli automatismi, arrivando a definire che il 90% circa delle nostre azioni non sono volontarie, ma solo risposte automatiche ed abitudinarie. E’ come se fossimo coscienti solo per 2 ore e mezza al giorno!
Mi sono resa conto che non è solo un problema limitato: se si eccede con l’automatismo nelle attività secondarie, il cervello, essendo fisiologicamente pigro, applica lo stesso principio anche a quelle principali. Risultato: si aumenta la distrazione anche su ciò che ci interessa, riducendo l’attenzione, la partecipazione, l’entusiasmo, guardando la vita come attraverso una nebbia.
Da lunedì ho iniziato a modificare questo andamento critico della mia vita, cominciando da una piccola cosa: fissando la mia attenzione su quel che mangio, decidendo coscientemente di sospendere ogni altra attività mentre mangio, fosse anche una caramella, per concentrarmi sul gusto di ciò che ho in bocca.
Aggiungerò progressivamente altri compiti per aumentare la mia consapevolezza e la mia presenza durante il giorno. Già fissare questo proposito su una pagina pubblica mi aiuta a tenerlo a mente… Purtroppo ho utilizzato queste tecniche già molte volte, e ora la maggior parte di esse mi risultano (paradossalmente!) automatiche.