27 Maggio - Cronache

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NeoSquall
00martedì 27 maggio 2003 23:50
27 Mag 0:31
Ceryl
Cerimonia a Corte

Est Sularus Oth Mithas
Domani Sera presso il Salone della Corte si terrà la Cerimonia di Investitura dei Paladini dell'Antico Codice,verranno vestiti del Mantello dell'Ordine della Corona i Cadetti che hanno portato a termine il corso.
Tutta la cittadinanza è invitata a prenderVi parte.

Questo è Quanto

Est Sularus Oth Mithas
Ceryl
Paladino dell'Antico Codice
Precettore dell'Infante





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27 Mag 1:51
Schons
Inizia la Caccia ! taglia Ser .....
da *EXTREMELOT*: Sei stato oggetto della azione di: SCHIAFFO eseguita da MAuRoLLo

Questa e un msg Scritto per Voi Popolo Del GranDucato Scritto da un Padre Accecato dalla Rabbia !
Mio Figlio Un Bambino agli occhi di tutti Viene Picchiato da Codesto Sir.. io non Conosco i suoi motivi ma non è la prima volta che capita, ciò lo sono venuto a scoprire dopo alcune Indagini molto Accurate !

Nessuno tocca un Bambino e in primis MIO FIGLIO !

offro una taglia di

800 m.o. Per la sua cattura e per Consegnarmelo Incatenato

600 m.o. se lo si consegna Morto !

Premetto che per chi lo cattura potrei essere Molto Generoso !

Cavalieri ! Padri e Cittadini Difendiamo i Nostri figli, Consegnatemi Ser Maurollo
Spero che capiate il mio dolore Aspetto un vostro Sostegno !

Schons

P.S.

Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 1:54

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27 Mag 7:45
Korshan
Lettera all'Araldo Darkover
Madih \\\\// Mio Araldo e compagno di Mille Battaglie,

Vi scrivo questa missiva poiché non posso VederVi e dirVele a Voce.

Sono affetto dal morbo, dopo la mia resurrezione la stanchezza si faceva spazio in me e la febbre è sempre presente.

Il morbo è come due mani trasparenti che attanagliano la gola e soffocano le mie parole nel mio ventre.

Devo andare, allontanarmi con il mio Compagno Drago Adulto delle Nubi, Red Claw, Seguirò la strada della solitudine e della ricerca interiore, la Strada di Leon, Nostro stile di Vita.

Non possiamo permetterci di far prolificare il morbo fra i nostri compagni, non è giusto, non deve accadere, l'Utopia DEVE essere perseverata. Che io sia Maledetto e che i miei passi possano di nuovo solcare le stanze del Picco, che la mia Mano sia pronta di nuovo a servire il Dorato Buono, che il mio raziocinio sia il mio verbo e conforto in questa vita che oramai Volge al Termine.

Che la morte non Vinca su di me.

Vi porgo il Mio ultimo saluto.

Madih \\\\//
Korshan
Precettore dei Signori dei Draghi della Luce
Mannaro Licaone

Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 7:46

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27 Mag 9:59
Enid
lettera dai Mannari del Branco in quarantena


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Ai Reggenti e Nobili di Lot, Alla popolazione tutta.

Dalla quarantena mannarica all’esterno delle mura giungono novelle infauste.
In poco tempo molti mannari che erano in quarantena sono deceduti, ma come segnalato dal Primo Cerusico, non a causa del morbo.
I decessi sono avvenuti quasi certamente per via della prigionia forzata.

Siamo nati liberi e come tale una forzata e cosciente reclusione, anche se non tra gabbie o mura di pietra, aggrava lo stato mentale già precario. La lontananza dalle nostre case, dal bosco, dalla Natura rigogliosa non può che influire pesantemente sui nostri animi. Siamo demotivati, dopo tutti gli sforzi fatti non c’è nessun miglioramento e la stanchezza comincia a farsi sentire. Abbiamo SCELTO di allontanarci da Lot per non rischiare di propagare il morbo, ma siamo divenuti come invisibili. Nonostante volontari desiderosi di aiutare che portano vettovaglie e medicinali la situazione sta diventando insostenibile.

Troppo tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo visto il Bosco, certi non sopportano più il suo richiamo incessante, molti fuggono, stanchi della reclusione e dell’isolamento. Ormai non interessa più il bene di tutti, ma solo il bene proprio. Tutto ciò certamente è causato dal protrarsi di questa spiacevole situazione. Nonostante le cure costanti paiano alleviare tosse e febbre, il morbo rimane.

L’Orgoglio Mannaro e la Nostra Dignità sono tutto quello che ci resta e molti preferiscono lasciarsi morire piuttosto che essere trattati alla stregua di infermi. Si debilitano, fuggono per cercare la morte tra i monti o lungo il tragitto. Si scappa per tornare ai propri cari e figli che non si vedono più da tempo immemore e i giorni che passano paiono settimane.

Non è il morbo che ci distrugge, ma la prigionia. La noia assale, l’impotenza devasta la mente e se la mente non sorregge il peso, il corpo cede: la pazzia incombe su molti di noi.

Temiamo che il prossimo plenilunio potrebbe essere la fine dei “giochi”.

Lo sforzo della trasformazione stroncherebbe molti debilitati sia nel fisico che nello spirito, la frenesia dilagherà quasi certamente e a quel punto, non Vi sarà modo di arrestare l’ondata mannarica che si abbatterà con furia leggendaria su tutto e tutti.

Ma non sarà stata colpa dei mannari, perché abbiamo fatto tutto il possibile per preservare Gaia dalla malattia, abbiamo fatto il Nostro dovere ed Ella sci accoglierà come meglio sa fare tra le sue braccia, perché NOI siamo i Suoi figli diletti, i più vicini a lei.

Ella non ci ha mai dimenticati e non lo farà mai, perché una Madre non dimentica i Suoi figli nel momento del Bisogno. Forse è così che deve finire, forse Madre Natura ci sta chiamando a sé perché vede che siamo ormai emarginati dal resto della popolazione che di Lei non ha mai serbato grande considerazione a parte eccezioni.
Nonostante sia dura andare avanti, dobbiamo farlo. Abbiamo perso amici, parenti, figli. Stiamo vedendo ogni giorno mannari che si lasciano andare:

“MA QUESTA NON È LA NOSTRA REALTÀ, NON SIAMO E NON SAREMO MAI COME ORA APPARIAMO: L’OMBRA DI NOI STESSI”.

D’ora in poi ci aiuteremo da soli, se nessuno vuole aiutarci, ci daremo da soli una mano, se periremo nel tentativo, almeno ci avremmo provato, se ci salviamo, avremo il merito di esserci riusciti.

Chi ci è amico s’è dimostrato tale, chi ci è nemico, pure. I conti si faranno alla fine di Tutto.

Il Branco











Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 17:21

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27 Mag 12:01
Nakimushi
Della mia Barba e della punizione che attende chi vi attenta
[raggiunge la bacheca tenendo stretto il mantello attorno al corpo. Sembra che voglia nascondere qualcosa.]

Oggi, Anno VI - Mese 2° - Giorno 19°, la fata Elethiel, mia collega nella masseria, rimasta impigliata nella mia barba ha ben pensato di tagliar via la ciocca che la imprigionava per salvarsi la vita. Tanto egoismo verrà punito. La fata ha scelto di sopravvivere, nonosotante questo implicasse il sacrificio della mia barba. Per questo è condannata a lavare le voliere dei gufi per i prossimi sette giorni e a presentare un rapporto giornaliero sulla quantità e sulle caratteristiche della sporcizia lavata via.
Confido che la sua piccola taglia le renda il lavoro difficoltoso e oltremodo sgradevole.

Nakimushi Fireforge delle colline
Alfiere dell'E.N.L.
Coordinatore dei Falconieri della Masseria.

[si allontana dalla bacheca imprecando, sempre intento a nascondere la barba ramata, mormorando: "Hellowheen, maledetto demone, pagherete anche questo... riavrò l'anello..."]


Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 12:28

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27 Mag 13:28
Xeemair
Viaggio verso il Sole
“Voi, figlia, siate pronta domani all’alba” . Solo ciò mi disse la Signora della Notte, Laanan, scorgendomi appena tra i corridoi dell’antro. Rimanere sul letto, silente, in attesa che il sole si levi ed infine lasciare alle prime luci le sicure mura dell’antro, come in dormiveglia e partire, celati da quella remota bruma che si leva tra le lande. Inspirare l’aria umida dei campi mentre con lo sguardo solo i contorni dei compagni erano distinguibili.
Viaggio…
Solo una parola di poche lettere a indicare mutevoli sensazioni.

Poche e vaghe figure intorno a me. La DominaTholian, celata dal manto che le copriva interamente il volto stizzito, il Primus Noctis Hamsun pallido ed evanescente, i movimenti attardati e persi nell’aria che l’inghiottiva, il Primus Ignis Wilindur dal volto rabbuiato, rinchiuso dietro un muro si silenzio. La mia Signora, la Primus Noctis Laanan, che ci seguiva, celata tra le ombre dei boschi fiera tra le fiere, aggirandosi, non vista, sfuggendo alla luce del sole. Infine la nostra guida, il Generale delle Armate di R’lieh, Vizjon, la cui sola presenza ai nostri occhi pareva più simile a quella di fido segugio che di compagno.

Viaggiammo per un intero giorno vesto est, mossi solo dalle voci, vaghe e inespressive, più tangibili e solide forse per alcuni, dell’esistenza di un potente artefatto celato tra le colline, le colline sacre alla Natura, protette dalla preghiera e dalla veglia di un druido e della figlia.

“L’oggetto ha il potere di convocare un’entità in maniera imprescindibile. Potremmo usarlo per convocare la Strega Enya infine al nostro cospetto e trarla in fallo” sibilava quando ancora il sole stentava a sorgere la Primus Laanan. “Non che avere un fratello evanescente mi dispiaccia” soggiungeva ironicamente “Ma pare che la Nostra Signora non ne sia contenta”. Torsi le labbra di lato, inconsapevolmente, cercando con lo sguardo la figura del Primus Hamsun, che pareva fondersi a volte con le pietre, silente ed inquieto nel suo continuo svanire.
“Sbrighiamoci”, unica e inequivocabile la voce della Domina, segnale per noi ed i cavalli.

A notte ormai inoltrata giungemmo sulla cresta d’una collina, celati tra le ombre di chi non porta con sé alcuna fonte di luce, quasi volessimo penetrare in quei luoghi senza nemmeno si sentisse la nostra presenza. Sereno Colle Vento osservava i nostri passi, quando il sopraggiungere d’uno sconosciuto ci mise all’erta. Un mezzelfo dall’apparenza scanzonata si sollazzava davanti a noi presentandosi con ostentata cortesia, a mio parere eccessiva, presentandosi col nome di Malasorte.

“Nome dal presagio non buono”. Commentò il Generale “Malasorte per Noi o per Voi , viandante?”
Pochi di noi prestarono attenzione allo scambio di battute finchè il mezzelfo non nominò il nome d’un druido, colui che cercavamo, proponendoci di guidarci a lui.
Scendendo per ripidi sentieri celati da una muro di alberi ci inoltrammo in quella che doveva essere la dimora del Druido, un largo spiazzo ove scoppiettava un fuoco avvolgente, dal quale si levavano odori di carne arrostita e erbe aromatiche ed officinali. Una sorta di tavolo improvvisato con lunghe assi di pioppo accanto a cui sorgeva la venerabile figura del druido biancovestito Exagon.
Il desco pareva appositamente allestito per i viandanti, di cui quelle colline non erano mai sprovviste. Altre figure si levavano intorno al fuoco. Una giovane druida, Tormentilla, dagli occhi curiosi e vivaci che cercava di scrutare tra le ombra dei nostri cappucci, un elfo biondo Milad Bellosgancio la cui voce argentina e cadenzata ci assalì appena entrammo in raggio d’azione come sferzata di vento. Parevano conoscere tutti Malasorte e trattarlo come amico.
La Domina si fece avanti mostrandosi stranamente cortese col druido, e lasciando cadere il suo cappuccio sulle spalle mostrò il suo volto immortale. Ci ristorammo quanto bastava a rimanere ancora in piedi dopo il viaggio, mentre il generale si ingozzava come non avesse mangiato da giorni, il Primus Hamsun non trangugiò nulla, nemmeno l’acqua, scomparendo a volte alla vista tra le ombre proiettate dagli alberi. Il Primus Ignis prese posto accanto al fuoco, stranamente silenzioso ed all’apparenza quieto, quasi meditabondo. Con sguardi di intensa disapprovazione ci raggiunse infine la mia Signora Laanan, lo sguardo di chi oramai si è saziato nel suo silenzioso viaggio.
Mi lanciò un lungo sguardo segnando infine il druido. Sospirando mi alzai, avvicinandomi al druido con l’intenzione di carpire da lui notizie circa l’origine della leggenda.
“Nessuno è mai giunto qui chiedendomi subito di questa leggenda” mormorò con occhi di cileo il druido. ” Siete voi forse profanatori di tombe? Cacciatori di tesori?”.
Sorrisi all’idea mostrando quanto più sdegno il mio volto potesse concedere alla veste dell’uomo, assai per la verità.
Parlò d’un giardino sacro, in sommità alla collina, il Giardino delle Esperidi, ove , secondo la leggenda, era celato un potere smisurato, capace di liberare il male ovunque, capace di irretire gli animi, capace di propagarsi come morbo dell’anima sulla terra. A nessuno a parte lui era concesso di entrare in quei luoghi senza soccombere alle forze che in esso dimoravano. Altro non aggiunse, ma ampia era la mia sete di sapere a quel punto.
Un nuovo venuto distrasse il druido da noi. Mithra degli Isha, venerabile chierico, votato al Sole, mosse i suoi santi passi sul selciato, facendo piombare la mia mente in una sorda prostrazione.
La giovane druida, spinta dalla calda giovialità dei suoi anni, ci condusse intanto, ed io ben volentieri la seguii per sottrarmi all’aura del chierico, al Giardino, mostrandocene i confini. Il Primus Hamsun ci seguiva di lontano, celandosi e svelandosi quasi ritmicamente tra le rocce del luogo. Malasorte pareva diventato l’ombra della Domina, assoldato da lei a nostra protezione.

Era necessario sapere se il divieto di entrare nel giardino era vero, ma la giovane druida, indottrinata dal padre per tutta la vita non era di alcuna utilità ai nostri fini.

Mithra chiese di vedere il tanto decantato giardino e scomparvero alla vista, solo s’udiva il querulo vociare dell’elfo Bellosgancio, farfugliare di caccia e di prede. Li seguii fondendomi nelle tenebre, ben sapendo che l’incantesimo mi avrebbe infine debilitato, e senz’avvedermene superai i confini del giardino con facilità….intorno a me il silenzio ed il nulla.

Nulla era percepibile. Che il druido avesse mentito?

“Ah! Il talismano della Vecchia” sentii la laconica voce del chierico sopra le altre. Vecchia? Mi chiesi con ansia, che si trattasse forse di Enya? “Si, il mio avo giunto in questi luoghi con un cavaliere di ventura portò qui l’oggetto e da allora la mia gente è legata alla Terra e ha giurato di proteggerla, in modo che mai nessuno possa far scatenare il Male che in essa dimora.”
Ciò mi bastava e tornai verso l’accampamento, solo d’un tratto m’avvidi della presenza del Figlio Diletto Hamsun, svanire e ricomparire, ma non me ne curai, la Domina doveva sapere che la via era libera.
Rimasi all’accampamento, osservando i pochi viandanti conversare tra loro. La giovane druida a terra ferita dopo una caduta si lamentava sul suo giaciglio, mentre BelloSgancio assillava il chierico con le sue storie di caccia, parlando di quanto sarebbe stato magnifico avere la più grande preda mai concepita in quei luoghi, e passare in questo modo il resto della vita, a seguirla. Vizjon nel frattempo discorreva d’armi con Malasorte.
Infine, per la prima volta Il Prims Ignis si discostò dal fuoco, una strana luce negli occhi “Druido, dove sono i miei compagni ? Fate attenzione che non siano penetrati nel vostro prezioso giardino”.
Il tono divertito con cui pronunciò queste parole non lasciava adito a dubbi circa le sue intenzioni di trovare l’amuleto, forse lo voleva per sé?

Sentii il fiato morirmi in gola mentre il Primus volgeva su di me lo sguardo in cui si riflettevano le fiamme del fuoco da campo. Il druido corse via, e gli altri lo seguirono. Altro non mi rimaneva che seguirli ed evitare l’ira del druido. Non trovammo nulla, il Primus Hamsun scomparso.

“La vostra Domina ha preso la via del ritorno, e probabilmente anche la Primus Laanan” udìì, e senza capire sentii una strana sensazione impossessarsi di me, simile a quella provata nelle vicinanze del tempio, nelle vicinanze del chierico, un disagio inquietante e sgradevole.

Mi voltai e vidi il Primus Noctis avanti a me con sorriso placido sul volto, muoversi tra gli altri tangibile e non più evanescente. Sul petto un gioiello di pietra allungata luminescente che irradiava un alone simile a acque marine. Il disagio divenne fastidio fisico quando alle mie domande circa la sua ritrovata forma corporea mi rispose con parole di pacato e mite sdegno zittendomi.
Si sedette infine tra gli altri seguendo le parole del chierico, grondanti di pace de di armonia che parevano rapprenderlo. Lo vedevo annuire al suono melodioso della voce dell’uomo.

Sentii il gelo impossessarsi di me.
L’artefatto era stato trovato da chi io speravo, e vedendo lo sguardo di disappunto del Primus Wilindur era chiaro non fosse lui. La Domina era scomparsa, forse tornata verso il Granducato. La Primus Laanan aveva ripreso la sua caccia.
Il generale scrutava senza capire le fattezze del Noctis, ora corporee. Mentre io rimanevo sola, immersa nell’unico presentimento possibile.

Qualcosa aveva mutato inspiegabilmente l’indole del mio Primus, qualcosa ora lo faceva sorridere beatamente alle parole di pace del chierico, qualcosa lo rendeva distante da me al punto da rendermi sgradita la sua vicinanza.

I suoi occhi si soffermarono sui miei mentre sentii il suo giogo farsi più pesante. Immutato anzi rafforzato era ora il suo carisma, la sua voce serena imbrigliò gli astanti che in un vano tentativo cercarono di impossessarsi dell’artefatto.

Il Sole ha dunque rischiarato ora la sua Notte?
Come vedono ora il mondo i suoi occhi non più di Tenebre?


Xeemair
Custos Noctis
Specchio di R'lieh

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27 Mag 13:39
Cabirus
Stamane al Tempio
Questa mattina giungevo al Tempio di Themis come ogni mattino ed ivi mi trovavo davanti ad una insolita scena: il primo cavaliere Heron stava argomentando riguardo alla Dea e alla giustizia con la drow lady ArshesNei, accompaganata dal mannaro lord Astennu. Un certo clima di tensione era apprezzabile nell'aria. A discussione finita, lady ArshesNei rivolgeva commenti di poco rispetto nei riguardi del Primo Cavaliere, e con tranquillità si sedeva sull'altare. Invitata dai presenti tutti, cavalieri di Themis, vestali e semplici devoti alla Dea, a scendere dal sacro altare, essendo diversa la funzione a cui questo è destinato, ella per tutta risposta si preoccupava di sporcarne ben bene i paramenti col fango presente sotto i suoi stivali, prima di scendervi.
Successivamente, mentre si cercava di ottenere da lei una spiegazione e delle scuse, la drow riusciva a ferire con un pugnale la vestale Shadia, che con altre consorelle vestali stava sostituendo i paramenti sporchi dell'altare. Con l'aiuto dei cavalieri di Themis la dama veniva poi immobilizzata e portata in gendarmeria dal precettore delle Guardie Davidelf.
A questo punto lord Astennu estraeva un pugnale e lo scagliava contro il cavaliere Haggar, ferendolo solo lievemnente ad un fianco, poi il lord si dirigeva velocemente verso l'uscita. Con l'ausilio dei cavalieri di Themis e del difensore delle vestali Kimala veniva bloccata la sua fuga, fino al sopraggiungere nuovamente del precettore Davidelf che, di ritorno dalla gendarmeria, era costretto a tornarvi nuovamente per accompagnare nelle prigioni lord astennu.
Per suo desiderio la spada di lord Astennu sarà consegnata a lord yuzar, ed in questo momento è custodita in luogo sicuro dalle vestali.
I feriti sono stati prontamente soccorsi dal chierico maestro lady Danu e dal cerusico Debby.
Compiere certi atti nel Tempio non solo significa infrangere la carta del tempio e lo statuto di lot, ma significa mancare di rispetto alla Dea. Chi voglia divertirsi con simili "bravate" è pregato di farlo altrove o di pensarci due volte e poi cambiare idea.

Cabirus
Guardia del Tempio
Primo Consigliere delle Vestali

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27 Mag 17:46
Dimitrius
Strano accadimento al Belvedere.......Una vipera lascia un messaggio la "A"....


Anno VI- Mese 2°- Giorno 19°

Avelot e atthemis a tutti voi
Uno strano accadimento e' accaduto oggi nel pomeriggio al Belvedere.
Ero giunto lì per fare una passeggiata. La pioggia scendeva copiosa dal cielo. Ad un certo punto una strana nuvola, piu' nera delle altre, si fermava sul Belvedere. Da essa iniziava a piovere cenere. Io e il Signore dei Paladini Faramir, notavamo la strano fenomeno, domandandoci entrambi di cosa si trattasse. La cenere continuava a cadere incessante dal cielo, prendendo il sopravvento sull'acqua. Dal fango sorgeva una vipera che incuteva un certo timore su tutti i presenti. Lentamente e con la guardia alzata mi avvicinai ad essa. Una lotta sui nervi, inizio' tra me e la vipera, che non aveva nulla di simile con le vipere conosciute. Ella fu piu' lesta di me. Mi attacco' colpendomi ad una gamba. I suoi denti aguzzi superarono facilmente gli stivali, mordendomi al polpaccio. Tentai di colpirla ma per me non ci fu' nulla da fare, si era ormai allontanata da me. Prima di scomparire la vipera traccio' sulla fanghiglia una lettera A. Dopo alcuni attimi pensai subito al morbo di Arman. Così facendo, allontando da me alcuni presenti, mi allontanai da quel posto dirigendomi verso l'ospedale. Lì fui prontamente curato dalla cerusica Giuliela quale per sicurezza chiamo' l'alchimista alfa15 che mi sommministro' l'antidoto contro l'eventuale veleno della serpe. Tutt'ora non so, ma uno strano presentimento si e' impossessato di me.....che abbia contratto il morbo. Per sicurezza di tutti amici, parenti e conoscenti torno in ospedale.
Mi e' stato detto che ho un giorno per saperlo....Se il presentimento e' giusto, beh il mio destino e' compiuto!
Avelot e atthemis a tutti voi

Lord Dimitrius
Balestriere dell' E.D.
Stirpe degli Azure
Capocasata dei Guerrieri



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27 Mag 17:48
Coldfire
Messaggio per il Primo Cavaliere HERON

E infine il morbo ha colpito anche me. Con il dolore nel cuore, sono dunque costretta a ritirare la mia candidatura per la salvaguardia della mia razza. Non so se io fossi l'unica femmina mannara ancora sana, se così fosse che Luna ci sostenga, ne avremo bisogno.
Appena avrò finito di scrivere queste parole, mi avvierò in esilio per raggiungere il Branco.
Se il mio destino è morire, che sia accanto ai miei waladsz.

////
Coldfire Balashur
Khardan del Branco

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27 Mag 19:11
Dania
***Incontro con il Sommo Althair***
Questa mattina ho trovato una pergamena recante il Sigillo del Sommo Althair nella quale, il mio Nobile Amico, mi chiedeva di raggiungerlo presso la Biblioteca il prima possibile.
Appena giunta ho incontrato altri membri dell’Ordine dei Detentori e subito dopo il Sommo in persona, ci ha fatto accomodare attorno ad un tavolo.
Appariva rilassato, ma al tempo stesso si poteva notare una certa tensione…
Ha iniziato a parlare giungendo subito al nocciolo della questione.
La Brocca nascosta dal Maestro, secondo quanto detto dal Goblin Golthak.
“Solo una RosaeSpinae può ritrovarla” erano le parole del Conte ERIK.
A quell’affermazione ho compreso che dovevamo partire immediatamente alla ricerca della brocca senza perdere tempo preziosissimo.
Lord Althair, a seguito dei vari indizi ha fatto un ipotesi di dove potrebbe essere il luogo…
Non posso dire quale sia tale ipotesi, posso solo dire che a sentir nominare il luogo mi sono alzata di scatto quasi senza fiato, mentre pensieri e ricordi si affollavano nella mia mente.
A seguito della mia decisione di partire si è subito aperta una discussione se fosse o meno il caso di tentare di ritrovare detta brocca.
Alcuni erano d’accordo con me, altri pensavano che fosse meglio lasciarla lì dov’è, lontano da occhi e mani che potrebbero risultare pericolose…
La mia Fede ed il mio impeto di Guerriera “contro” la Saggezza e la Conoscenza dei Detentori.
Dentro di me ho quasi sorriso di ciò ma Lord Althair ha appoggiato la mia decisione dandomi tutta la Sua disponibilità.
Dopo essermi congedata, sono tornata nel mio studio e immediatamente ho riferito ai miei confratelli e scritto una pergamena a Lord VladDracul, Signore dei Paladini.
Non c’è tempo da perdere!
Bisogna assolutamente partire il prima possibile per cercare la brocca.

Quale sarà il suo contenuto??

Solo trovandola potremo dare risposta… è il volere del Maestro… lo sento!

Sia Lode a Themis e al Conte ERIK!

Lady Dania Maelstrom
Adepta dell’Ordine delle RosaeSpinae
Custode del Diario e del Pugnale Conte ERIK

Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 19:13

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27 Mag 19:31
Lupodamontenero
Mesaggio dalla quarantena mannara; ai cerusici



.... visto che improrogabili impegni , sicuramente dovuti alla necessità di essere presenti altrove tengono, SEMPRE, i cerusici lontani dalla quarantena mannara, Noi degenti rinunciamo al loro aiuto, e ci affidiamo esclusivamente all’aiuto degli alchimisti e dell’altre serie e meritevoli Gilde che ci asistono. Invito pertanto i Cerusici, anche per la loro sdessa Incolumità ad evitare di recarsi alla quarantena mannara dato lo stato d’animo dei malati. Poch'ansi è deceduta la mannara jarlexa, e come sappiamo la morte è dovuta non al morbo ma alla autoreclusione ed alla tristezza da essa indotta.

Chi deve pagare pagherà, il libro dei crediti e dei debiti mannari si riempie lentamente.

Lupodamontenero

Messaggio modificato il 27 Mag 2003 alle 19:32

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27 Mag 19:33
Ukhis
Scheletri incantati attaccano il Presidio...dalla cittadella
Anno VI - Mese 2° - Giorno 19°
Pomeriggio.
Sul Presidio infuriava un forte temporale.
Una melodia nell'aria cupa faceva capolino nel piazzale mentre le pozzanghere si tingevano di rosso sangue.
La sentinella su Torretta Astarte lanciò l'allarme. Un'Armata di un centinaio di scheletri sbucata letteralmente dal terreno nel sentiero che conduce dalla cittadella al Presidio, cominciò una lenta avanzata.

I militi presenti posizionati in parte sulle mura posteriori e in parte nel piazzale alle catapulte attesero l'ordine di scoccare, puntualmente giunto allorchè l'Armata nemica giunse a portata di tiro.

Lo svolgimento della battaglia che riporterò ora è a dir poco paradossale visto che se per un lungo momento i colpi partiti dal Presidio parevano non sortire effetti, quando la musica marziale cominciò ad affievolirsi le sorti mutarono.

Senza riscontro alcuno ipotizzo che la musica fosse una sorta di energia che dava sostegno e forza all'Armata di Scheletri.
Svanita la musica, svanirono i nemici e con essi le frecce da loro scoccate e le ferite inferte.
Abbiamo vissuto un incubo? Un incanto?


Ukhis Vollmond Minyatur
Brigadiere dell'Armata Ducale
Vice Comandante del Presidio Militare di Lot
Vice Comandante Militare del II° Reggimento MISTRAL

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27 Mag 21:53
Guinivere
Il Falò della Roba Vecchia
Correva l’ anno VI, mese 2°, 18° giorno, allorché le fate della Camarilla organizzarono il Falò della Roba Vecchia, chiamando a raccolta tutta le gentile cittadinanza del granducato.
Al crepuscolo, in presenza di tutte le famiglie delle fate e della Fata Luminosa milady Irulan, un grande falò fu acceso alla Rocca dei Venti e tutti i cittadini furono invitati a gettare un vecchio oggetto nel fuoco purificatore, narrandone brevemente la storia.
Milady Zarah, Crepuscolare Ruasidhe, dopo aver invocato il potere del fuoco, accese personalmente la catasta di legna che troneggiava al centro del grande spiazzo…Ai numerosi cittadini, desiderosi di disfarsi di un oggetto, fu poi offerto un dono, differenziato in base al colore dell’involucro. Tutte le famiglie della Camarilla avevano preparato, per l’occasione, dei doni in base alle inclinazioni delle varie fate: ai cittadini rimase dunque semplicemente l’imbarazzo della scelta tra i colori bianco, viola, blu, giallo, rosso, grigio e verde.
Esercitando un forte richiamo cromatico sui presenti, molti scelsero il dono confezionato in verde, gentilmente offerto dalla famiglia Glasidhe, o in blu, della famiglia Gormsidhe…ma, col passare della serata, furono offerti i preziosi da parte di tutte le famiglie delle fate.
La lieta congrega, strettasi attorno al fuoco per meglio udire i racconti di coloro che gettavano oggetti tra le fiamme, visse tuttavia qualche momento di turbamento all’arrivo di alcuni demoni che, per inspiegabili ragioni, decisero di “ravvivare” la serata in modo inconsueto, scagliando dardi contro fate in forma eterica, dalle minuscole proporzioni. Fortunamente, in ragione di quanto detto sopra, le fate rese bersaglio di tale attacco sfuggirono facilmente ai loro aggressori, finchè costoro si dileguarono nella notte.
Alfine, i festeggiamenti ripresero con rinnovato entusiasmo, e l’afflusso di curiosi e festanti cittadini continuò sino ad ora inoltrata, allorché le fate del ghiaccio, della famiglia Fionsidhe, spensero il fuoco. La rocca fu nuovamente invasa nell’oscurità della notte e tutti volsero alle loro magioni.
Ci auguriamo che il fuoco purificatore, indiscusso protagonista della serata, abbia alleggerito gli animi di tutti coloro che scelsero di sbarazzarsi di malinconici ricordi del passato.

Guinivere
Maggiore Mothansidhe
Custode delle Antiche Leggende

Affisso con l'autorizzazione di milady Irulan
Fata Luminosa
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