[Il nero respiro della notte]: Prologo

Volse lo sguardo alla citta', sotto di lui.
Sapeva di averli mandati a compiere una missione forse pericolosa.
Troppo pericolosa.
Ma dovevano entrare in possesso di quelle informazioni.
Il covo degli Sherd doveva essere trovato e distrutto.
Trovato e... distrutto.
Con uno scatto si volse, dirigendosi verso una delle pareti.
Un pannello si apri' al tocco della sua mano, rivelando alcune bevande alcooliche.
Sorrise. Un sorriso di scherno.
Avrebbe arrestato chiunque avesse avuto quel tipo di bevande proibite.
Chiunque, ma non lui.
Lui era Samuel Reiter.
Era a capo di una delle migliori polizie segrete di Nyotun.
Per cui, poteva permettersi di avere a casa qualcosa di illegale.
Si riempi' un bicchiere e se lo porto' alle labbra, assaporandolo avidamente.
Quindi si sedette sulla comoda poltrona ed attese...
Sarebbero arrivati.
Altrimenti, erano stati fatti fuori.
In quel caso, avrebbe dovuto regolarsi di conseguenza.

La porta dell'ufficio si apri'.
Prison, si era salvato.
Erano stati compagni per tanti anni ed ancora continuavano a lavorare insieme, non senza divergenze di opinioni. Non aveva mai saputo il suo vero nome. Per lui era Prison. Prison... e basta.
Mostro' la bottiglia, come per chiedere: "Un goccio?"

Prison

Prende la bottiglia e ne beve un lungo sorso,dopodichè si siede sulla comoda porltrona di pelle.
Si porta ancora una volta alla bocca la bottiglia e dopo un ultimo sorso la tende a Samuel e si mette comodo attendendo una mossa dell'altro.

"Come e' andata? Avete trovato il covo degli Sherd?", disse, mentre si alzava dalla poltrona per andare a prendere un'altra bottiglia.
Rob

La porta si apre di nuovo, un ragazzo alto, su i 30 anni, aspetto dismesso, entra con fare disinvolto. La mano sinistra, avvolta in uno straccio sporco, gocciola sangue, "Hey Samuel, scusa per la moquette." Si siede su una sedia, si fa passare la bottiglia da Prison e se la versa sulla mano sanguinante "HUuuu... questo si che fa male..."

[Modificato da J. P. Polnareff 14/11/2005 23.23]

Reiser

"Fai pure, J.K.", disse, mentre beveva ancora... "Fai pure."
Poi, lo sguardo torno' su Prison.
"Dunque?"

Prison

"Abbiamo individuato il covo e lo abbiamo disinfestato, purtroppo nel processo abbiamo perso parecchi dei nostri..questi scarafaggi erano piuttosto grossi".Sorrise leggermente pronunciando quest'ultima frase.

Si fruga nella tasca della giacca, tira fuori una piccola macchina fotografica e la lancia sulla scrivania.
"Ho scattato qualche foto ricordo"

[Modificato da J. P. Polnareff 15/11/2005 23.28]

Reiser

"Quante perdite?", chiese a Prison, con voce preoccupata, mentre guardava le fotografie.
"Tecnologia obsoleta...", pensò, ma J.K. ne era affascinato.

[Modificato da rgrassi 15/11/2005 23.42]

"Le care vecchie affidabili macchine fotografiche" dico mentre tiro fuori dalla tasca un mozzicone di sigaro e lo accendo

Prison

"Bè qui ci siamo solo io e JK...", dicendo questo Prison estra da una tasca alcuni microcip di riconoscimento, e li butta sulla scrivania:"Loro non ce l'hanno fatta" dice abbasando gli occhi e il tono di voce.

"Tommy... non cel'ha fatta"

i suoi occhi erano rossi. Per il fumo del sigaro forse... o forse per l'affetto che lo legava a Tommy.

Reiser

Guardò velocemente i chip sulla scrivania...
Guest, Seven, Deanna...
"Merda!", pensò tra sé e sé.
"Che ne è stato di Hadib e Donovan?", chiese di soprassalto.

Prison

"Sono ancora li, stanno finendo di ripulire e raccogliere tutto..."

Reiser

"La soffiata era corretta, dunque...", disse, guardando fuori dalla finestra.
Si voltò verso Prison e J.K.
"Ma se tutto è andato bene, dov'è il piccolo bastardo?"
Rob

Prison

"E' qui fuori stanno finendo di prendere campioni di sangue, DNA , la routine insomma lo porto dentro?".