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(MAC)CHE' TTE MAGNI!!?

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2013 20:42
22/09/2010 13:50
 
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Quindi, tirando le somme, mi pare di non poter venire a cacare nel giardino di Mond...è questo il significato di tutto?










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
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22/09/2010 14:30
 
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Piccola parentesi: hanno appena trasmesso la puntata dei simpsoon in cui lisa diventa vegetariana... che graziosa coincidenza [SM=g27822]

@mondstrahl Quello che volevo dire è che oggi ci sono molte motivi per diventare vegetariani: moltivi ambientali, economici, politici, etici, per protesta e boicottaggio nei confronti degli allevamenti intensivi, conoscenze scientifico-salutistiche, ecc; prima c'era solo (o quasi) la motivazione di carattere etico che si basava sul trovare sbagliato togliere la vita ad altri essere viventi per nutrirsi (tenendo conto che ci si può nutrire d'altro).
Mi riccollegavo alla tua frase "Non ci vedo nulla di strano a mangiare animali, se sei come loro!" pensando che evidentemente per molti vegetariani del passato qualcosa di strano (o sarebbe meglio dire di sbagliato) doveva esserci. In pratica a prescindere da tutte le storture che la nostra società capitilastica produce, c'ercavo di riflettere sul valore o disvalore che di per se è presente nell' "uccidere per mangiare".

Spero di essere stato un po' più chiaro ora.
[Modificato da Platone84 22/09/2010 14:31]




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22/09/2010 15:22
 
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Re:
mistermoog, 22/09/2010 13.50:

Quindi, tirando le somme, mi pare di non poter venire a cacare nel giardino di Mond...è questo il significato di tutto?


Moog, carissimo, TUTTO si può fare.
Ovviamente, affrontando le opportune conseguenze!
[SM=x431288]


22/09/2010 15:45
 
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Ah, OK, Plato, ora è chiaro.
Non potevi dirlo prima?
[SM=g27828]
Punto di vista personale:
pur essendo vegetariana, non reputo sbagliato di per sè nutrirsi di esseri viventi. Per il semplice fatto che tutto ciò di cui ci nutriamo è vivente, e non mi pare corretto dare più importanza ad una mucca che ad una carota, anche se ovviamente una mucca mi ispira mooolta più simpatia di una carota (non ridete: posso citarvi parecchi esperimenti che dimostrano che anche i vegetali provano dolore, anche se li sentiamo urlare solo con un misuratore di impulsi elettrici!). Se rientra nel ciclo naturale delle cose, per me va bene.
Ma, per tutti i motivi elencati sopra e nell'altro post, nella nostra vita di naturale non c'è niente, e da qui la scelta veg.

Generalizzazione del discorso:
c'è da sottolineare che il carattere "etico" di qualcosa è strettamente dipendente dalle condizioni sociali e storiche, o addirittura personali, quindi secondo me non si può parlare di valore o disvalore ASSOLUTO.
I molti vegetariani del passato evidentemente non erano d'accordo con me e pensavano che una mucca valesse più una carota. Anzi, alcuni pensano che una carota valga più di una mela caduta dall'albero (vedi il mio post precedente su quelli che mangiano solo vegetali non strappati dalle piante...).
22/09/2010 16:21
 
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Re: Re:
mondstrahl, 22/09/2010 15.22:


Moog, carissimo, TUTTO si può fare.
Ovviamente, affrontando le opportune conseguenze!
[SM=x431288]





Tipo? ehm...ha a che fare con quel bastone con cui giochicchia la tua emoticon? Ma soprattutto col "dove" finirà una volta che avrò abbassato i miei pantaloni per adempiere al gesto..?











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Pur rispettando chiaramente il tuo pensiero, ho davvero molta difficoltà ad associare il concetto di dolore e sofferenza ad una carota.
Sul fatto che tutto ciò di cui ci nutriamo sia vivo, non ci sono dubbi: come negare che una pianta non sia una cosa viva??
Sul fatto che provi sofferenza però, ce ne corre. Anche in questo caso bisogna intendersi su cosa si intende per dolore e sofferenza: sinceramente non avevo bisogno di esperimenti per credere con buona certezza che una pianta reagisse allo sdradicamento, alla lacerazione del fusto, o al calpestamento con una serie di impulsi elettrici e biochimici, e che in seguito a questi eventi la pianta si trovi in una situazione che potrebbe definisri di sofferenza (perchè fa fatica a rigenerarsi, è più debole e potrebbe perire se le condizioni del terreno e dell'aria non sono ottimali per sua guarigione, ecc...).
Ma se intendiamo il dolore e la sofferenza come una sensazione, allora non credo che questa sia presente: le piante (correggetemi se sbaglio) non hanno un sistema nervoso centrale che alabori queste cose, quindi quegli impulsi elettrici e biochimici rimangono tali e non si convertono nella sensazione che noi associamo a quegli impulsi.
E' un po' come una vibrazione d'aria: senza un apparecchio biologico od artificiale che la converta o meglio "traduca" in suono, rimane una semplice vibrazione di aria. O ancora: la coda di una lucertola che si dimena tra le zampe di un gatto prova forse dolore??
Non so se è chiaro il concetto.

Non lo so. forse sono semplicistico e superficiale, oppure ragiono troppo per categorie preconcette, ma davvero faccio troppa fatica a vederla diversamente...
poi, intendiamoci, ovviamente credo che il rispetto della vita lo si dimostri e lo si eserciti anche nei confronti del mondo vegetale: io lo so che un albero è vivo, e credo sia sbagliato dargli fuoco per gioco o abbaterlo indiscriminatamente come se fosse un traliccio...
[Modificato da Platone84 22/09/2010 17:30]




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22/09/2010 18:29
 
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Mantenendomi sempre sul mio ultimo tenore...
Come sarebbe a dire

Platone84, 22/09/2010 16.36:

.....ho davvero molta difficoltà ad associare il concetto di dolore e sofferenza ad una carota.....


Aspé aspé...Voglio vedere se una carotina di 4 cm è la stessa cosa di una di quelle che ho pelato oggi da una quindicina. E pure bella grossa! Comunque l'ho perfino mangiata. Che spreco...

Come ho già scritto e riscritto (spero di non rompervi ancora, anzi sì), io non utilizzo strumentazioni fantascientifiche o sedute medianiche per capire come fare i miei passi. Se vedo una formica, appunto, evito di calpestarla. Se non la vedo non andrò a confessarmi per "chissà quante ne avrò schiacciate". Se un albero non manifesta particolare tensione ai miei sensi mentre sto raccogliendo una sua mela non ci trovo nulla di male. Se un maialetto si dimena mentre sto per sgozzarlo e urla e scalcia come pure un vitello non credo di aver bisogno di contatori o misuratori di cippe emotive che mi dicano cosa stia avvenendo. E' tutto lì, è tutto qui, davanti ai nostri occhi. Il punto è che spesso, forse, ci rifugiamo da quello che vediamo e sentiamo con quello che non possiamo vedere, così ci mettiamo a posto con la coscienza.










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Ciao a tutti,dico la mia.
Sono nato e cresciuto in cascina, avevamo galline,galli,conigli,oche,anatre,capponi ( sapete come si ottiene un cappone? capireste che fine fanno i pulcini maschi!!!),vacche da latte e manze da carne, un toro e ovviamente maiali...ho visto le peggio cose. E non parlo dei trattamenti, in fondo a parte l'esperienza dei capponi gli altri se la passavano abbastanza bene, finchè non arrivava la loro ora, e li sono c...i.
Vi risparmierò i dettagli.
Il fatto è che i miei nonni hanno patito la fame,per loro mangiar carne tutti i giorni o quasi significava benessere, quel benessere che tanto avevano desiderato in gioventù.
Mio padre racconta che da ragazzo ( nato e cresciuto in cascina ) si mangiava carne una volta al mese e non è che la carne mancasse,è che con 10 fratelli servivano i soldi.

Sono cresciuto e mangio carne se il mio corpo me lo chiede. Posso stare 2/3 settimane senza carne ma prima o poi sentirò l'esigenza di mangiarne.
Non sto tanto a ricriminarmi sulla provenienza dell'animale di cui sto per nutrirmi perchè la sofferenza è sofferenza, comunque, ne sono testimone consapevole. Non vedo differenze tra una bistecca mangiata al ristorante ed un pollo che ho visto crescere da pulcino.Mangio i resti mortali di un essere che era vivo e gli rendo onore, poichè quei resti di cui sto per cibarmi torneranno a nuova vita rigenerando il mio corpo.Che io mangi o no la carne che spesso mi ritrovo in tavola la sofferenza per quell'animale non sarà stata minore.
L'ultima bistecca l'ho mangiata 5/6 mesi fa eppure oggi mi si è stretto il cuore sentendo mio padre emettere la sua sentenza di morte per un bellissimo gallo bianco perchè "se no diventa troppo vecchio".Anche se probabilmente non mangerò di quel gallo la sua sofferenza sarà inevitabile nonostante una dignitosa vita semi-libera.
Se io vivessi "allo stato brado" so' che non avrei problemi ad uccidere per nutrirmi, questo non significa che la cosa non mi farebbe soffrire,certe cose sono inevitabili.

BOTA.
23/09/2010 01:58
 
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Capisco, deduco che da te è un fatto culturale uccidere animali in cattività per mangiarseli. Le cause di questo modo diverso di intendere la tavola saranno forse state spiegate con la fame patita. Ma io credo sempre che si tratti di un fatto culturale e non di necessità. I prigionieri americani in Vietnam sono tornati in perfetta forma dalla guerra perché "poverini" mangiavano sempre riso e legumi. Non vedevano mai la carne. Se nella cultura alimentare dei tuoi nonni il mangiare sano fosse stato ricollegato a un modo più vegetariano probabilmente la tua storia sarebbe un'altra. D'altronde non è una novità il luogo comune che se vuoi mangiare "sostanza" magnati 'na fetta de carne...(E continuo quindi a stupirmi dei miei 27 anni di zucchinette)

Per Botacchi, scusami ma 'sta storia che "gli rendi onore...poi torna in vita..." prova a raccontargliela mentre gli tagli la gola.
Allora posso ammazzare il mio vicino stronzo che ha fatto fuori dei gatti? Tanto gli rendo onore privandolo della sua vita inutile, e magari torna su più raddrizzato...
[Modificato da mistermoog 23/09/2010 13:36]










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23/09/2010 13:07
 
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Platone, intendevo proprio emozioni di vero e proprio dolore, paura, memoria.
Noi non le capiamo, ma è stato dimostrato che le piante comunicano, ricordano, soffrono.
Per chiarirti quel che intendo, ti riporto più sotto uno stralcio di articolo su un paio di questi esperimenti.
E' comunque ovvio che noi da esseri umani siamo più legati a quel che capiamo, e che quindi ci sia più facile provare empatia per qualcosa che sentiamo con le nostre orecchie, invece che tradotto da un poligrafo.
Comunque, io per prima inorridisco quando vedo un vitello strappato dalla mamma, e provo molto poco per la carotina tagliuzzata. Non per niente sono vegetariana. [SM=g27828]

Articolo:
Vi sono alcuni scienziati che stanno facendo degli esperimenti per mostrare che le piante sono dotate anche di memoria.
Consideriamo, a tal proposito, questo esperimento fatto da Cleve Backster. Da un gruppo di sei uomini fu scelta una persona che avrebbe dovuto "assassinare una pianta". Ognuno dei sei, in ordine casuale, entrò in una stanza dove vi erano due filodendri. Alla fine solo una pianta era ancora in vita e in buone condizioni; l'altra era stato strappata dal suo vaso, lacerata ed infine schiacciata sul pavimento da uno dei visitatori. L'unico testimone di questa brutta storia era il filodendro sopravissuto.
Il "criminale" fu individuato in modo assai semplice. Backster collegò il suo strumento al filodendro sopravissuto. Chiese quindi alle sei persone "sospette" di porsi in fila ed entrare nella stanza, una per volta. Quando l'"assassino" varcò la porta, la pianta emise l'equivalente elettrico di un grido.

In uno di questi esperimenti, tre piante, ognuna attaccata ad un poligrafo, furono messe in tre stanze diverse. In locale distante dalle stanze in oggetto fu posta una macchina, appositamente costruita, in grado di far cadere, ad intervalli irregolari, alcuni piccoli gamberetti dentro una vasca di acqua bollente. I gamberetti morivano immediatamente al contatto con l'acqua.
Alcuni strumenti di precisione per la misura del tempo mostrarono che ciascuna pianta registrò una reazione emotiva al momento esatto della morte del gamberetto. Questo esperimento fu replicato molte volte sotto rigidi controlli condotti scientificamente; i risultati furono sempre gli stessi. Ne consegue che le piante sembrano essere sensibili alle onde di energia emanate dagli organismi viventi. Quando queste onde cambiano a causa di modifiche biologiche all'interno di un organismo, le piante dimostrano di essere in grado di registrarlo.

Cleve Backster, collegando le sue piante di casa con un poligrafo ha scoperto che “gridano” come gli esseri umani sotto shock quando vengono spaventate col fuoco, anche solo avendo pensato di bruciarle. In una sua osservazione del 1966 al momento in cui è stato espresso il proposito di dar fuoco alla pianta corrisponde la registrazione di un picco.

23/09/2010 13:16
 
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Bota, quoto in pieno MM.
Come ho scritto nell'altro post, l'etica è un fatto personale, sociale, culturale.
Per me mangiare carne non è etico, per te si.
Per me non mangiarne non è uno sforzo, per te si.
Ognuno di noi ha le sue priorità, e nessuno può arrogarsi il diritto di dire che le sue sono più importanti di quelle degli altri. Per me tra il gusto di un filetto alla brace e il senso di colpa per le conseguenze dell'aver prodotto quel filetto, vince il senso di colpa.

Per completezza per chi non ha voglia di leggersi le 8 pagine dell'altro post, faccio copia-incolla di quel che ho scritto di là per motivare questa mia scelta.

MOTIVI ETICI:
la mucca viene selezionata geneticamente fino a diventare una macchina produttrice di latte con le tette talmente grosse da non riuscire più a camminare, e ne produce talmente tanto che dev’essere per forza alimentata a proteine (farine di legumi e cereali, soprattutto, almeno da quando hanno vietato l’utilizzo di farine ANIMALI che fino a qualche anno fa davano da mangiare agli ERBIVORI… la mucca pazza non è un caso!); viene inseminata artificialmente, il vitello le viene strappato appena nato (piangono per giorni, entrambi) e alimentato a latte in polvere, perché il latte “vero” serve a noi; vivono la loro breve vita in spazi talmente ristretti da non riuscire a girarsi su se stessi.
I maiali maschi vengono castrati alla nascita, per diminuirne la violenza, perché gli spazi angusti in cui sono costretti a vivere li fanno impazzire e si ammazzerebbero tra di loro. La castrazione avviene con le tenaglie. Senza anestesia.
I polli allevati in batteria vengono macellati a 6 settimane di vita, in natura sarebbero ancora piumini gialli: non voglio pensare a quello che gli danno da mangiare per farli crescere così! Quando muoiono non hanno ancora imparato a tenersi ritti sulle zampe. Forse perché nel frattempo si sono atrofizzate, visto che hanno spazi talmente ridotti da non riuscire a muoversi.
I pesci d’allevamento non stanno meglio, in quanto a spazi. Mai visto un allevamento ittico? Le sardine respirano di sollievo, quando le mettono in scatola! (in realtà le sardine sono tra i pochissimi pesci che non vengono allevati, ma la battuta ci stava bene).

Non mi parlate di allevamenti biologici e di mucche d’alpeggio, sono meno dell’1% del totale, e non potrebbe essere altrimenti. Io compro per mia figlia carne bio, e costa oltre 50 euro al kg. Chi è disposto a spenderli?

MOTIVI ECOLOGICI
- per ogni kg di carne vengono consumati oltre 100 kg di cereali e legumi che altrimenti sarebbero destinati all’alimentazione umana (per questo pasta e riso costano così tanto!), quindi mangiare carne contribuisce alla fame nel mondo;
- altrettanta acqua viene sprecata;
- gli allevamenti DISTRUGGONO letteralmente l’ambiente circostante, tra liquami, emissioni di gas, rifiuti indiretti.

MOTIVI DI SALUTE:
è ormai dimostrato che in una società ricca ed industrializzata come la nostra, caratterizzata da un’alimentazione anche troppo ricca, il consumo di carne non solo non è necessario, ma è da limitare perché affatica reni, fegato, sistema cardiocircolatorio e osteoarticolare.

MOTIVI ENERGETICI (solo perchè siete voi, e so che mi capite...):
se è vero che la storia di ognuno di noi rimane nelle sue cellule, non voglio pensare al carico di energie negative che può esser contenuto in una bistecca!
NON è vero che ci sono sostanze presenti solo nella carne. E’ ovvio, però, che sia necessario equilibrare il cibo ingerito, e avere la possibilità di mangiare TUTTO il resto (eventuali allergie potrebbero rendere impossibile il vegetarianismo).
23/09/2010 15:34
 
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mi inserisco in punta di piedi con una precisazione...

l'etica o scienza della morale è composta da un 40% soggetivo e un 60% acquisito , in altre parole, il quaranta è genetico quindi è scritto nei geni e il sesanta è frutto dell'ambiente,educazione,esperienze,ecc.ecc.

da un punto di vista dello screco di risorse la carne è comunque svantaggiosa,rispetto al fabbisogno della persona
24/09/2010 02:08
 
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x mistermoog: ahhhh il vicino stronzo che ammazza i gatti!!Facciamo un' eccezione e rendiamogli onore va!!
24/09/2010 04:44
 
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Se vuoi vengo subito a farti fuori quello catanese intanto...(ma ciao!)










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24/09/2010 20:49
 
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la rivincita del tonno

Oggi a pranzo mi preparo un'insalata, con:


  • Insalata (appunto)
  • Pomodori
  • Mozzarella
  • Mais

    e fin qui sembro quasi un bravo vegetariano, sennonché mancava l'ingrediente principe: il tonno! Apro la scatoletta, la sgrullo ben bene nel lavandino, tanto per inquinare un po' di più la falda acquifera, torno al tavolo per sedermi e dal bordo della scatoletta mi parte una bella goccia d'olio che finisce pari pari sulla punta della mia scarpa di cuoio, che s'impregna all'istante e non va più via! Un segno? La rivincita del tonno?
    L'insalata nel suo complesso era buonissima, anche perché ottimamente condita con una mastodontica dose di bestemmie...


  • 24/09/2010 20:54
     
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    Lepto... se leggessi "la posta di nonna Gina" sapresti che per risolvere il problema della tua scarpa basta lucidare tutte e due le scarpe con un panno imbevuto di olio!
    24/09/2010 21:03
     
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    Re:
    CanisLupus..., 9/24/2010 8:54 PM:

    Lepto... se leggessi "la posta di nonna Gina" sapresti che per risolvere il problema della tua scarpa basta lucidare tutte e due le scarpe con un panno imbevuto di olio!



    ehm... ma così non diventano ancora più zozze? Non è cuoio lucido, è ruvido tipo cuoio scamosciato, hai presente?

    24/09/2010 21:04
     
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    Re:
    CanisLupus..., 24/09/2010 20.54:

    Lepto... se leggessi "la posta di nonna Gina" sapresti che per risolvere il problema della tua scarpa basta lucidare tutte e due le scarpe con un panno imbevuto di olio!




    Praticamente per camuffare quell'unica goccia di olio devi verniciare tutte e due le scarpe con altro olio, vedrai che non si nota!

    Ehm...scusate, qualcuno mi sa consigliare un buon modo per cucinare del Tofu al naturale? Che non sia come al ristorante cinese però.

    Thank You
    24/09/2010 21:06
     
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    Mi sa che non mi sono spiegato bene con la storia del "gli rendo onore", quindi provo a spiegare cosa intendo.
    Uccidere un essere vivente è comunque una cosa che si può considerare "sbagliata" per un sacco di motivi, tutti validi, ancora più tragico è allevarli proprio per quello scopo.
    Io mi considero colpevole al pari dei miei parenti ( e di tutti gli altri che agiscono così o peggio )anche se non mangio di quella carne, mi sento colpevole comunque per quella sofferenza deliberatamente perpetrata perchè in concreto non faccio nulla per impedire che avvenga. Non mangiare quella carne non basta quindi a farmi passare il senso di colpa, e non basterebbe nemmeno diventare completamente vegetariano. Lo vedo come un atteggiamento egoista, nel senso che se mi limitassi a non mangiarne senza agire in contrapposizione mi appare come un modo per mettere a tacere il proprio io senza assecondarlo fino in fondo.
    Quando dico che mangio carne se ne sento il bisogno è riferito a come mi sento da un punto di vista puramente fisico dopo aver consumato carne appunto. Nello specifico la carne mi rende nervoso, iperattivo,
    mi da una carica particolare insomma che in particolari condizioni però mi fa sentire meglio ( sempre fisicamente parlando) al di la dell'impatto psicologico che la faccenda può avere in me.
    Se ne mangiassi più del necessario però sarebbe completamente sprecata perchè il mio organismo non la assimilerebbe e questo sarebbe un male aggiunto al male.
    Quando scrivo che gli rendo onore intendo che dato che comunque sono colpevole per quelle ( e tutte le altre ) morti e sofferenze, dovrò quindi affrontarne comunque eventuali conseguenze karmiche ( o chiamiamole come vogliamo )dato che come ho precisato in ogni caso non mi oppongo con gesti concreti a questo sistema e quindi perlomeno quando ne sento l'esigenza mi nutro di quella carne riconoscendo la brutalità del gesto e accettandone consapevolmente il peso.
    Non mi considero certamente un essere perfetto, non escludo quindi di rivedere le mie abitudini, però cerco di non nascondermi dietro ad un dito.
    I miei parenti quindi mi sembra chiaro che non li giustifico affatto,nemmeno con una giustificazione di tipo culturale, sono colpevoli e basta tanto quanto lo sono io e tanto quanto lo possono essere coloro che non consumano carne ma non combattono concretamente tutto il sistema, al massimo posso comprendere il loro punto di vista anche se non lo condivido.
    Spero ora di essere stato un pochino più chiaro scusandomi per l'uso forse improprio di quella espressione che avevo usato nel post precedente.

    BOTA.
    24/09/2010 21:30
     
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    Re: Re:
    leptospirosi fulminante, 24/09/2010 21.03:



    ehm... ma così non diventano ancora più zozze? Non è cuoio lucido, è ruvido tipo cuoio scamosciato, hai presente?




    Beh, in questo caso non lo so, prova a scrivere alla posta di nonna Gina!

    [SM=x431219]
    25/09/2010 03:07
     
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    Botakki, il mio punto di vista invece è che non ci siano colpe ma cause ed effetti. Credo di avere compreso meglio il significato che dai a "rendere onore", non implicava meriti all'animale ma forse compassione per esso.
    Non sono molto d'accordo sul considerare le nostre azioni e le conseguenze nell'ottica di un'economia del karma. Mi pare sempre tutto molto auto indulgente, e per questo lascerei la medaglia d'oro alle religioni cristiane che vengono interpretate sempre con molta assoluzione o giustificazione in prospettiva del proprio operato. Specialmente il più nauseabondo...

    Lepto, in tutto questo inciucio di riflessioni buonsentimentali per il tonno vi siete dimenticati tutti forse che il cuoio rovinato delle scarpe era stato prima di un vitello che aveva bestemmiato in aramaico antico per il ben più grave sfregio da lui subìto. Ora torno al lavoro, perché se domani dormo a pranzo mi perdo altre tre tonnellate di cous cous che mi sto spazzolando qui al Cous Cous Fest... (miiiiii quanti ne fanno di vegetariani!!)

    Ps: Alfetta, proprio qualche giorno fa ho fatto una vellutata di tofu con carote patate e cipolla da urlo. Naturalmente aggiungi il cumino meglio se tostato e macinato da te all'istante. Il tofu deve essere quello cremoso se lo trovi (dai cinesi lo trovi sicuro o da Naturasì)

    Lupetta, pazienta ancora un po' non ho dimenticato le arancine vegane. In questi giorni formulerò la mia ricetta definitiva...










    Ah, tutto accade una volta soltanto,
    ma una volta, sì, deve accadere.
    Per valle o monte, per prato o per campo
    devo svanire, per sempre tacere
    be water my friend

    25/09/2010 09:12
     
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    Re:
    mistermoog, 25/09/2010 3.07:


    Lepto, in tutto questo inciucio di riflessioni buonsentimentali per il tonno vi siete dimenticati tutti forse che il cuoio rovinato delle scarpe era stato prima di un vitello che aveva bestemmiato in aramaico antico per il ben più grave sfregio da lui subìto.




    In realtà non me ne ero dimenticata infatti nel post avevo scritto "non dovresti usare cuoio nè rugoso nè liscio" poi mi sono voltata e ho guardato le mie scarpe antinfortunistiche e ho constatato che certo non sono in ecopelle, per evitare ipocrisie ho cancellato la frase.

    Il punto di tutto il discorso è che ognuno di noi mostra una certa sensibilità più o meno marcata e secondo la propria coscienza, ognuno fa quel che si sente. Leggendo su questo forum son giunta alla conclusione che anche il carnivoro più accanito ha un certo rispetto e sensibilità. Io mi inorridisco di più quando vedo sprechi disumani del tipo: "butto i cracker appena aperti perchè se li finisco tra 2 ore sono molli" o ignoranza nel fare la differenziata, del tipo: "tanto è inutile fare la differenziata, quelli che la raccolgono la buttano tutta insieme"
    (ci sono tante cose che mi inorridiscono ma non posso scriverle tutte... infondo sono misantropa, non mi andrebbe bene nulla)
    25/09/2010 10:29
     
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    mistermoog, 25/09/2010 3.07:

    Botakki, il mio punto di vista invece è che non ci siano colpe ma cause ed effetti. Credo di avere compreso meglio il significato che dai a "rendere onore", non implicava meriti all'animale ma forse compassione per esso.
    Non sono molto d'accordo sul considerare le nostre azioni e le conseguenze nell'ottica di un'economia del karma. Mi pare sempre tutto molto auto indulgente, e per questo lascerei la medaglia d'oro alle religioni cristiane che vengono interpretate sempre con molta assoluzione o giustificazione in prospettiva del proprio operato. Specialmente il più nauseabondo...

    Ciao mm, sono lieto di essermi spiegato in modo migliore ma soprattutto per essere riuscito a trasmettere meglio il concetto, anche se la sola compassione non basta, è un concetto un poco più ampio, ma ad ogni modo penso che tu abbia capito.
    Per la citazione sul karma devo ammettere che rileggendomi forse è un po' buttata li, volevo sintetizzare il discorso e mi sono espresso così, credo di aver capito quello che intendi ed in effetti mi trovo più in linea con il tuo pensiero. Non credo molto nel karma e nelle sue leggi per come viene presentato, mi quadra molto più il ragionamento causa/effetto, tra l'altro non sempre proporzionali, ma questa è un'altra storia, solo che a volte mi capita di usare quell'espressione per semplificarne il significato quando non ho voglia di dilungarmi troppo. Come avrai notato devo letteralmente trattenermi a forza per non scrivere ogni volta dei papiri interminabili e oltretutto ieri quando ho scritto quel post ero di ritorno da una notte passata attorno al fuoco, non dormivo da 38 ore ed avevo appena mangiato dopo un digiuno di 30, ero un pochino stanco insomma.

    PS. Interessante la ricetta degli arancini vegani...seguirò la cosa.

    BOTA. [SM=x431257]
    25/09/2010 12:01
     
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    Lacsio ancora in sospeso la questione della sofferenza delle piante perchè voglio rifletterci un po' meglio.
    Per il resto faccio alcune piccole osservazioni.


    Leggendo su questo forum son giunta alla conclusione che anche il carnivoro più accanito ha un certo rispetto e sensibilità



    Io non ne sono così sicuro! In fondo hai detto bene: leggendo su questo forum. Non voglio certo dire che gli utenti di questo forum siano persone migliori degli altri; ma è indubbio che su un forum che ha come tema di fondo un argomento legato alla sdiritualità e all'evoluzione personale, sia molto più facile trovare persone con una certa sensibilità per certi temi (a prescindere poi dalle loro scelte alimentari...)


    Non sono molto d'accordo sul considerare le nostre azioni e le conseguenze nell'ottica di un'economia del karma. Mi pare sempre tutto molto auto indulgente, e per questo lascerei la medaglia d'oro alle religioni cristiane



    Io lascerei la medaglia d'oro ad alcune religione, tra cui di sicuro compare anche quella cristiana, ma non vedo come non includerci anche l'islam (d'accordo, cristo c'entra anche con l'islam, ma non è una religione cristiana).
    Per il resto, io la questione del karma la vedo in quest'ottica. Credo che ci siano, per semplificare il discorso, grossi temi e grandi questioni collegate ai sentimenti portanti della propria esistenza e al rapporto con le altre "anime", che sono i veri pilastri portanti. Poi ci sono anche tante altre cose, che chiaramente non seguendo una legge deterministica, possono influire. Il non portare la sofferenza nel proprio piatto credo possa essere una di quelle. Certo, per usare un linguaggio che piace alle religioni, non sarà quello a garantirti la salvezza; ma è come dover affrontare una maratone, e avere un bracciale di ferro di quelli pensati al polso: non sarà quello a determinare la tua vittoria o la tua sconfitta; ma intanto se te lo togli è meglio.


    anche se non mangio di quella carne, mi sento colpevole comunque per quella sofferenza deliberatamente perpetrata perchè in concreto non faccio nulla per impedire che avvenga [...] I miei parenti [...] sono colpevoli e basta tanto quanto lo sono io e tanto quanto lo possono essere coloro che non consumano carne ma non combattono concretamente tutto il sistema



    Qui non sono d'accordo. Certo, se qualcuno facesse qualcosa in più per impedire che certe cose avvengano non ci sarebbe che da apprezzare e congratularsi. Ma non si può chiedere ad ogni individuo di farsi personalemnte e direttamente carico di tutte le storture del mondo. Quello che invece ognuno di noi può fare è seguire quelli ceh considero uno dei maggiori insegnamenti di Gandhi (anche se non è stato l'unico a dire una cosa del genere) anche più della non violenza: "siate il cambiamento che vorrete vedere nel mondo"!
    Inoltre io credo che i pincipi e i valori abbiano un senso in se. E poi non è vero che non contibuire ad una cosa che si ritiene sbagliata significhi solo mettersi la coscienza a posto e che si è colpevoli come gli altri: io credo nel valore del boicottaggio e dell'esempio.
    Per fare un altro paragone: se non organizzo movimenti di protensa, proposte di legge, campagne di sensibizzazzione ecc, sono direttamente responsabile del fatto ceh in italia ci sia così tanta evasione? E anche se fosse questo sarebbe un buon motivo per non pagare le tasse o non richiedere lo scontrino? Nel mio piccolo, da cittadino che non può farsi carico direttamente di tutti i problemi, io continuo a comportarmi secondo coscenza; e quel piccolo gesto acquista un grande valore.
    Poi nel far questo mi starò mettengo anche la coscenza a posto? forse... ma non mi sembra la questione principale...
    [Modificato da Platone84 25/09/2010 12:54]




    Be the change you wish to see in the world.
    25/09/2010 20:10
     
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    plato, non mi addentro, ma di certo non mi riferivo ad ogni carnivoro sulla faccia della terra ma solo a quei pochi del forum che come te e me hanno scritto cosa ne pensano a riguardo.
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