Non so se va bene in questa sezione… in caso dirottatelo pure dove ritenete opportuno.
“giramondo, funamboli, angeli, dittatori, donne obese, principesse si muovono attraverso stanze, palcoscenici, deserti, cattedrali, e creano di volta in volta storie poetiche, bizzarre, assurde, surreali, sinistre. Al lettore il compito di fare da specchio alle immagini che gli si propongono con i suoi ricordi, le sue esperienze e i suoi sogni”
Un libro che mi è capitato in mano per caso e forse un po’ per sbaglio… ma che mi ha rapito in un attimo.. pagina dopo pagina…
Anche in questo caso con le mie parole non sono in grado di dire un gran che…
Vi scrivo qualche pezzettino…
(….) “Da dove venite?” volle sapere la signora.
“Dalle montagne del cielo” rispose il giovane, “ma ne è passato del tempo”.
“E che facevate là?”
“Io non ero ancora al mondo, sono nato per strada”
Un vecchio con un grosso liuto s’intromise nel discorso.
“Rappresentavamo lo Spettacolo Ininterrotto, bella signora. Il ragazzo non può saperlo. Era uno spettacolo per il sole, la luna e le stelle. Ognuno di noi stava sulla cima di una montagna e ci gridavamo le parole. Lo spettacolo non aveva mai sosta perché manteneva unito il mondo. Ma ora anche i più fra noi l’hanno dimenticato. E’ passato troppo tempo.”
“Perché avete smesso di rappresentarlo?”
“E’ accaduta una grave disgrazia, bella signora. Un giorno ci accorgemmo che mancava una parola. Nessuno ce l’aveva rubata e neppure l’avevamo dimenticata. Semplicemente non c’era più. Ma senza quella parola non potevamo continuare a fare lo spettacolo perché niente più aveva senso. Era la parola che tiene unite tutte le cose tra loro. Comprende bella signora? Da allora siamo in cammino per trovarla.”
“Che tiene unite tutte le cose fra loro?” chiese la signora stupita
“Si” fece il vecchio assentendo con aria grave.
“Anche lei avrà certamente notato che il mondo consiste ormai di frammenti che non hanno più niente a che fare l’uno con l’altro. E’ così da quando abbiamo perduto quella parola. E la cosa peggiore è che i frammenti si disgregano sempre più, e sempre meno resta di ciò che era unito(…)”.
“Credete davvero di riuscire a trovarla un giorno?” Il vecchi non rispose ma affettò il passo e superò la carrozza.
La ragazza con gli occhi a mandorla, che camminava ora di fianco al finestrino della signora, spiegò timida:
“Col nostro lungo cammino scriviamo la parola sulla superficie della terra. Per questo non ci fermiamo mai.”
“Ah” esclamo la donna. “Allora sapete sempre dove andare?”
“No, ci lasciamo guidare”
“Da chi o da che cosa?”
“Dalla parola” , rispose la ragazza, sorridendo come se volesse chiedere scusa.
E poi…
Sull’ampia superficie grigia del cielo scivolava un pattinatore, a testa in giù, con una svolazzante sciarpa di lana al collo. Poteva farlo, dato che il cielo era gelato.
Con i nasi gocciolanti e le bocche spalancate, una folla di gente stava a guardare da terra, indicava verso di lui e di tanto in tanto applaudiva, quando gli era riuscito un balzo particolarmente difficile (all’ingiù si capisce).
Egli sfrecciò descrivendo grandi archi e volte, sempre le stesse figure, finché la traccia lasciata dalla sua corsa si fu incisa nel cielo. Si vide allora che si trattava di lettere, forse un messaggio importante. Poi egli scivolò via, scomparendo lontano all’orizzonte.
La folla restò a fissare verso l’alto ma nessuno conosceva quell’alfabeto, nessuno era in grado di decifrare la scritta. Lentamente la traccia si dissolse e il cielo tornò ad essere soltanto un ampia superficie grigia.
La gente andò a casa e presto dimentico l’accaduto. In fondo in fondo ognuno ha i propri problemi, e poi: chissà se il messaggio era davvero così importante.
Che palle… ma che libro mi sono messa a leggere?
[Modificato da Zeniba. 03/07/2008 23:07]
Tal pais dai zuète, duc' a' crodin di cjaminà drets.