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Sogni di cell in the hell

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2017 14:27
06/04/2017 20:48
 
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Ciao, apro anch'io un diario dei sogni, come ho scritto nella presentazione sul forum sono sempre stato affascinato dai sogni che faccio, a volte tendo ad auto-interpretarli, e regalano diverse esperienze, alcune positive, altre negative, ma tendo a credere che sia sogni che incubi siano una forte componente di quello che sono e riescono sempre a darmi degli spunti.


Voglio cominciare con un sogno fatto ieri notte, avendolo ancora fresco nella mente (ho la fortuna di svegliarmi e memorizzare i dettagli del sogno prima di svegliarmi, altrimenti finirei per impastarlo di dettagli 'inventati' per cercare di dare senso).

06 aprile 2017 (risveglio alle ore 5:30)

Ho sognato di trovarmi in una zona vuota, era notte, ricordo le sensazioni del buio e del freddo. Non so perché ma io e altre persone vivevamo all'interno di una sorta di bunker sotterraneo. Si accedeva da una scala e si entrava dentro questa struttura fatta su più piani sottorranei. Era a forma circolare e in pratica si poteva aspirare a scendere solo 'tramite conoscenza e armonia'. Sensazioni strane per me, non sono esperto di religioni orientali, ma l'intero sogno ne aveva forti elementi.
Ricordo il passaggio dal freddo e buio fuori al caldo e luce all'interno. Eravamo tutti vestiti di bianco, c'erano delle stanze "per allenarsi". Ma che vuol dire allenarsi? Allenare la propria mente e il proprio corpo. Sarà che ultimamente mi dedico a cercare di rilassarmi nella vita di tutti i giorni, lì c'erano degli insegnanti che seguivano tutti noi, persone di ogni età che si allenavano. E nel frattempo ogni allenamento svolto ci avrebbe permesso di continuare a scendere di un altro cerchio concentrico.
La struttura era chiara e perfetta: ogni nuovo cerchio sottostante rappresentava un perfezionamento interiore, c'erano delle prove da superare per poter accedere di sotto.
Il sogno termina quando perlustro una stanza, provo a fare un salto per iniziare l'allenamento ma ovviamente le leggi della fisica nel sogno non sono come quelle reali e comincio a scivolare a vuoto nella stanza, da lì ho capito che era un sogno e mi sono svegliato.


Detto questo, non so se troverete interessanti i miei sogni, potrebbero sembrarvi banali, ma io sono fatto così, tendo a divertirmi nel ricordarli e memorizzarli. Questo è uno fra i sogni più 'calmi e ordinati' che ho fatto.
07/04/2017 15:37
 
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incontrare... me stesso (due volte diverse)
Ho fatto un paio di sogni veramente particolari, non ricordo l'anno preciso, ma mi hanno impressionato parecchio.

- Un altro "Me" / Doppelganger
Ho sognato di incontrare me stesso in un sogno, ero in una classe scolastica, probabilmente delle superiori e non dell'università (anche se ormai avevo già concluso gli studi). Trovo me stesso, ma è una versione che percepisco come 'malvagia'. In realtà Egli (per non dire l'altro me) mi spiega di essere me, ma senza redini, la versione libera dalle regole. Appare divertito, e mi rimprovera, giudicandomi debole perché tendo a preoccuparmi molto del pensiero altrui. Mi punta il dito contro e dice "io vivo meglio di te, sono libero, sto bene, tu invece soffrirai sempre se qualcuno ti giudica".

Interpretazione: una parte di me vorrebbe essere meno legato al pensiero degli altri. A volte reprimo i miei interessi in pubblico per adeguarmi alla situazione. Penso di aver fatto questo sogno nei primi mesi in cui avevo iniziato a lavorare in azienda, dunque quando mi serviva costruire una reputazione.

- Il "Me" psicanalista.
Okay, ho sempre avuto una passione per i sogni, talvolta mi escono anche lucidi. Ma se la parte lucida fosse... me stesso che incontro nel sogno?
In realtà non era assolutamente un sogno lucido, diciamo che ho avuto modo di dialogare con il mio inconscio.
Mi trovo in casa mia, e davanti a me ci sono io, forse leggermente diverso, più 'professionale' e maturo. Lo chiamerò di nuovo Egli per comodità. Egli mi fa sedere e dice "visto che ci incontriamo vorrei parlarti, spiegami tutto quello che ti preoccupa e io ti risponderò." Sapevo di essere di fronte a me stesso, e in quel momento riuscivo benissimo a ragionare sul mio passato e sul mio presente, non ero sicuro di trovarmi in un sogno, ma ho iniziato questo dialogo 'interiore', reso esteriore dal sogno (non soffro di schizofrenia, era un sogno molto particolare, unico nel suo genere).
Quando parlo di me, Egli ha le risposte che cerco. Per ogni cosa che dico lui sa consolarmi, e addirittura consigliarmi. Mi fa riflettere su cose che non avrei mai dato per scontato, il tutto con una lucidità impressionante. Morale della storia, cerca di farmi capire che le risposte che cerco non sono fuori, ma dentro di me.

Interpretazione: un sogno illuminante, probabilmente in uno dei miei tanti periodi di confusione. Ero sorpreso dalla logica dietro a quel sogno, come se veramente bastasse convincersi di poter superare un ostacolo con la sola volontà, ma viste le mie insicurezze ho dovuto 'manifestare' un altro me per mostrarmi la via da seguire. Una guida che non arrivava da fuori perché sapeva esattamente chi ero e cosa volevo.

Specifico comunque che nessuno di questi due sogni era lucido, forse solo in piccola parte ma non realizzavo di essere dentro un sogno, per quanto fosse assurdo incontrare me stesso.
08/04/2017 18:43
 
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trasformare un disegno in una scala musicale
Spero di non annoiarvi, mi ero promesso di prendere qualche giorno per riportare sogni 'del passato', ma proprio nella prima mattina ho fatto un sogno che non posso fare a meno di raccontare.


08 aprile 2017 (risveglio fra le ore 6:30 e 6:40, non so di preciso)
Premetto che sono rimasto a meditare al risveglio per diversi minuti perché non volevo farmi sfuggire questo sogno dalla mente e volevo ricordarlo nei dettagli.
Nel sogno mi trovo in una classe universitaria, la riconosco dai banchi, diversi da quelli delle superiori.
Premetto di non avere alcuna esperienza con l'arte e il disegno, anzi, è sempre stato un mio difetto non saper disegnare a livello artistico. Però mi trovo proprio in una lezione d'arte, con un vecchio professore dalla barba spessa di colore bianco (una sorta di Gandalf, un saggio) che fa la sua lezione.
Tutti abbiamo dei pennelli colorati, i colori sono facili da riconoscere, per nulla confondibili. Un mio conoscente (che non era mio compagno d'università ma che conosco su Internet da anni) chiede di avere un pennello che gli mancava.
Il professore dice "state attenti, avete due pennelli di colore rosso (ed era vero, uno più chiaro e l'altro più scuro) ma non sono lo stesso colore. Sta a voi decidere quale rosso serve.

Tutti cominciano a disegnare, mentre io, stranamente, prendo il foglio e disegno sei linee rette (uscite precise, di solito non riesco a tracciare linee nei sogni, i simboli si fanno confusi ma lì sono ordinati) e ci faccio sopra il simbolo della scala di violino (ho esperienza nel suonare il pianoforte, ma qui c'è un errore: la scala di violino ha cinque linee e non sei).
Vorrei convertire il disegno in musica, comporre tramite note. Ma... non riesco a ricordare l'associazione fra note e linee (molto facile con la scala di violino), perciò mi blocco mentre gli altri disegnano con i loro pennelli.

Interpretazione.
Insomma, è qualcosa di strano, un parallelismo fra disegno e musica, come se fossero due cose intercambiabili. Premetto che questo probabilmente era un test della realtà (io li chiamo Flag, è un gergo informatico che rappresenta una variabile vera/falsa da attivare in un determinato momento), e ogni tanto nei miei sogni compaiono questi test perché mi aiutano a risvegliarmi. Può darsi che io abbia fatto questo sogno perché in passato avevo letto che chi tende a essere bravo nella musica non è forte con l'arte e viceversa, magari mi è rimasto nella testa.
Sui pennelli, devo dire che a parte la forma tipica del pennello, era un sogno puro, più orientato alla concentrazione sui colori, tutti vividi, qualcosa che non succede spesso nei sogni essendo che i colori spesso si mischiano.
Mi ha sorpreso anche la coerenza delle linee rette, precise. Ci sta la confusione nel creare una scala di violino con sei linee perché non ero cosciente e ovviamente credevo che fosse la realtà nonostante tutti i campanelli che avrebbero dovuto portarmi al risveglio.
12/04/2017 22:44
 
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La Grande Onda (non il film)
Ora parlo di un sogno che ho avuto due volte o anche di più, in posti differenti. So che è estremamente comune, so che tanti lo fanno e ho conosciuto persone che sognano quell'onda.


Appunto, una grande onda, così imponente da travolgere tutto.

Prima volta: mi trovo in una grande città (direi New York o Los Angeles, ma chi ha detto che non sia una città italiana?) La sensazione che avevo però mi riportava agli USA.
E niente, sono di fronte a questa spiaggia o terreno, abbastanza in alto. Ma l'onda che si forma è così grande che non c'è via d'uscita.
Nessuno scappa, nessuno prova a salvarsi, tutti ci ergiamo ad osservarla e ci lasciamo travolgere.
L'onda spazza via tutto, anche dopo che mi ha colpito la percepisco che trascina via tutto, e io e tutti gli altri diventiamo parte di essa.
Noi siamo l'onda che ci ha spazzato, e con essa travolgiamo ogni cosa, tutto si unisce, senza paure, senza rimpianti. Un po' triste ma me lo ricordo come se fosse ieri. E questo sogno avrà almeno dieci anni!

Seconda volta: qui ricordo che ero in Liguria, non so se nello stesso posto che frequentavo d'estate o altrove, ma era un posto più 'rustico' e meno moderno e tecnologico. Stesso sogno, un'onda gigantesca, nessuno scappa, e l'onda prosegue anche dopo avermi travolto. So che spazzerà via ogni cosa, è la sensazione che provo.


Ovviamente per il fascino di questi sogni mi ero documentato, a volte lo faccio per trovare un'interpretazione psicologica, ma ho scoperto che il 'sognare l'onda che travolge tutto' è un sogno fra i più antichi dell'uomo, almeno così era stato riportato, e non mi sorprende che due storie mitologiche (Gilgamesh con i sumeri e Noe sulla Bibbia) fossero proprio sul diluvio che spazza via tutto. Il timore di una fine e il tentativo di un nuovo inizio.

Detto questo, se cercate in rete trovate articoli fatalistici del 2012 che prevedono 'la fine del mondo attraverso un'onda' e non riesco più a trovare quegli articoli un po' più realistici e psicologici che avevo letto anni fa.
17/04/2017 21:12
 
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I sogni che ci ricordiamo per tutta la vita
È la sera della Pasquetta, e come capita al termine dei periodi festivi si tende a essere più malinconici. Oggi più che voler descrivere un sogno, vorrei porgere una domanda.

"Perché ci sono sogni che ci ricordiamo per anni... o decenni?"

Voglio dire, è facile il meccanismo che ci spinge a ricordarci di un sogno. Se stiamo fermi nel letto al risveglio invece di alzarci immediatamente, possiamo riflettere sul sogno, 'memorizzarlo', analizzarlo nei suoi dettagli. E questo è ottimo per chi non ha la sveglia puntata per il momento preciso di doversi alzare di fretta.

Eppure, la maggior parte dei sogni che faccio li ricordo per un giorno, due giorni, massimo tre giorni, se sono esperienze più profonde o traumatiche (incubi realistici) magari anche per una settimana.

Ma a volte i sogni che ci ricordiamo per anni non sono necessariamente i più traumatici o i più realistici, ho notato che alcuni dei sogni che ricordo di più sono normali (per quanto possa essere normale la dimensione onirica).

Mi è rimasto impresso il sogno fatto due volte di una cornetta del telefono a forma di coda di gatto, e non lo trovo qualcosa che dovrebbe rimanere nella mente per così tanto tempo, cioè... è normale, niente di speciale, a parte il fatto di averlo fatto due volte ad anni di distanza, però lo ricordo.

C'è qualche sogno che rimane dentro perché ha impressionato, magari quei lucidi o semi-lucidi che permettevano di vivere un'esperienza incredibile, del tipo che quando ritorni alla realtà ti chiedi 'ma sono sicuro che non sia successo davvero?' In quel caso, penso che vada ad inserirsi nella nostra memoria come un'esperienza della vita reale, la mente tende a trattare le esperienze come file da ordinare negli archivi, e può capitare che commetta degli errori se si fa 'ingannare' dalle nostre emozioni.
Es: il deja-vu, "l'ho già vissuto ma com'è possibile?" Esperienza registrata nella memoria a lungo termine invece che quella a breve termine.

Non ho risposta alla domanda "perché li ricordiamo", mi piace pensare che alcuni di questi ricordi siano dovuti a qualcosa che ci definisce (ricordarsi della cornetta con la coda di gatto perché sento un'affinità con questi animali e li apprezzo da prima ancora che ne avessi uno).

Penso di essermi interessato ai sogni proprio perché avevo dei ricordi molto accesi di alcuni di questi fatti in infanzia e quindi mi hanno incuriosito al punto da informarmi e documentarmi sull'argomento, per sapere con grande piacere che affascina molte persone, che questa vittoria dell'inconscio sul conscio è qualcosa che ci permette di vedere e fare cose che non ci sono possibili nella vita reale.

Alla fine sommando i ricordi di sogni fatti a distanza di molti anni, posso dire che ho più sogni positivi/neutrali che negativi, non vado a ricordarmi gli incubi che magari mi hanno tenuto teso per giorni a distanza, ma elementi calmi come una spiaggia o un giardino, una scuola in cui ho trascorso cinque anni di grandi esperienze formative, insomma, se sono ricordi costruttivi li apprezzo ancora di più.
22/04/2017 11:11
 
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Apocalisse, ma la vita continua
Ho fatto un sogno strano e lunghissimo, pieno di dettagli. Prima di andare a dormire ho fatto un po' di tecniche/mantra mentali che avevo letto nei libri per il V.A.
Quindi ho scritto e pensato "stanotte esco dal corpo" e "sono fuori dal corpo".

Okay, in un certo senso mi è successo, ma non nel modo che mi aspettavo.

Parte 1 - Apocalisse.
Partiamo con un sogno che pare normale, un gruppo di amici, una zona di mia conoscenza. Qualcosa non va bene, la gente sta impazzendo. C'è una guerra in atto, o almeno così mi pare di sentire. Le persone cominciano ad ammazzarsi fra loro, io ne rimango all'esterno, mi sono promesso di non urtare nessuno, e di non essere urtato. Ricordo che al passare di ogni giorno, nel luogo in cui mi trovavo passava una lista di quelli che avevano perso la vita. Non avevo nemmeno paura, una parte di me sapeva che era un sogno (immenso test della realtà che ho ignorato, ma quel sogno mi attraeva). Un giorno come un altro, sono stato 'eliminato' anch'io, non so come, non so perché, ma mi sono ritrovato a vagare lontano dal mio corpo fisico (e ripeto: è un sogno).

Parte 2 - Una sala d'attesa a vita conclusa.
Mi trovo in una libreria, tempo fa per un concorso avevo scritto un frammento di romanzo che parlava proprio di una libreria come luogo d'intermezzo per accedere alla vita dopo la morte. E niente, mi trovo anch'io in quel luogo, ma riconosco i volti delle persone all'interno, persone che hanno fatto parte della mia vita, non necessariamente importanti, riesco a ricordare solo degli amici.
Sento in desiderio incredibile di pensare a mio padre (e per padre non intendo quello 'reale', era più l'idea di un padre-conoscenza come illuminazione personale), ma il libro su cui stavo lavorando sparisce e scopro che i miei conoscenti mi stavano aiutando nel lavoro. Decidono loro di farmi avere questo incontro, e io faccio finta di non saperlo perché non voglio far credere a questo.
Alla fine riesco a incontrare questo 'padre', che poi era come una luce immensa che mi donava felicità e un forte senso di nostalgia. Sentivo che dovevo 'rientrare', che dovevo tornare alla vita. Ma ricordavo bene, la mia vita era finita insieme a quella di un incredibile numero di persone, come sarei tornato indietro?

Parte 3 - Una nuova identità, una nuova vita.
Okay, non sono più nella libreria precedente ma in specie di mondo roccioso. Sono ancora un'anima e decido di 'rientrare'. Non sto a spiegare il metodo perché era veramente ridicolo, ma praticamente vengo trascinato come da una corda all'indietro, vorrei tanto poter dire 'dalla mia testa' ma non è così, vengo trascinato da un'altra parte del corpo con una sensazione sgradevole (era un sogno, ma percepivo sensazioni, almeno qualche senso era forte, ricordo che avevo perfino bevuto un tè al limone e sentito il piacere del gusto dello zucchero).
All'improvviso, sono all'interno della vita di una persona sulla ventina d'anni, giusto qualche anno in meno del mio Io reale (ne ho 32). Un altro nome, e un lavoro d'ufficio molto banale a Detroit, una città con cui non ho particolari connessioni o affetti. Guardo il passaporto, ero di origini russe e questo causava molta indifferenza nei miei confronti fra i colleghi. Ho la scrivania al fianco di una donna bionda, molto bella, forse un paio di anni più grande di me. Avevo la sensazione di ricordarla dalla vita precedente come una parte della mia vecchia vita. Il solo vederla mi fa pulsare il cuore di gioia, però vengo riportato alla realtà da un boss d'ufficio altezzoso. Una collega, non la precedente, mi aiuta a sistemare qualcosa che ha a che vedere con il telefono, ma sono confuso, continuo a ricordarmi chi ero prima, e non sono soddisfatto di chi sono diventato.
Un solo dettaglio: ricordo che la mia data di nascita sulla carta d'identità della persona che ero segnava 2023 (o forse 2013, i numeri spesso riesco a interpretarli nei sogni ma possono trovarsi in corsivo e risultare meno facili da comprendere). Nel caso di 2023 sembrerebbe quasi un 'futuro', 2013 sarebbe il solito messaggio con poco senso.

Parte 4 - Un altro incontro.
Il sogno avanza con il tipico cambio di scenario. Una spiaggia, lì incontro una persona che sentivo che fosse importante nella mia vita precedente, dall'aspetto non mi diceva nulla, era un uomo, capelli quasi rasati, scuri, palestrato. Sentivo che era stato parte della mia famiglia in un'altra vita (uno zio?). Gli parlo assieme, ma non ci conosciamo, è un discorso casuale fra due persone che non si conoscono e lui prosegue per la sua strada.


Intepretazione: un sogno eccezionale, come al solito chiedi al cervello una cosa e lui la converte a suo modo. Chiedi di uscire dal corpo e lui ti fa uscire nel sogno, incredibilmente vivido, quasi lucido, ma senza che io potessi intervenire sugli scenari, c'era qualcosa che li guidava anche se sapevo di stare sognando, ed è la ragione per cui non ho mai percepito paura nemmeno nello scenario iniziale in cui tutto degenerava e c'era odio fra tutte le persone, per motivi che trovavo assurdi e ingiustificati.
La seconda parte mi è piaciuta molto, è la ricerca di un padre come origine di tutto, ma era un padre di luce e quello che più mi ha sorpreso è stato vedere queste persone del mio passato collaborare per aiutarmi a organizzare l'incontro. E da questo padre/luce il messaggio era: la vita prosegue, torna a vivere.
Sulla 'nuova vita', non posso dire che fosse minimamente migliore di quella attuale, mi rendeva infelice e impazzivo all'idea di sentire che quella persona in cui mi trovavo era banale, vuota, senza uno scopo.
Mi ha sorpreso come potessi percepire che le persone che avevo vicino a me fossero importanti, non conosco questa bionda a cui mi sentivo legato, è un volto che non mi dice nulla.
Detto questo, un sogno è solo un sogno, ma l'ho trovato conciliante perché aveva un forte senso di scorrimento, un collegamento fra una vita e l'altra con qualcosa in mezzo. La mia voglia di 'uscire dal corpo' ha preso il sopravvento e ha trasformato quello che doveva essere un sogno potenzialmente lucido in un'esperienza indimenticabile.
15/07/2017 14:27
 
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Era da un po' che non metto più i miei sogni, ed è una mancanza perché ne faccio di interessanti ogni notte. Questo l'ho prima condiviso nel gruppo su Facebook.

15 luglio 2017.(5:30-6:00).
Ero all'interno di un grosso edificio a Torino, un palazzo antico, perfettamente simmetrico, non c'era una sola impurità nella forma dell'edificio. Potrei averlo visto girando per Torino o potrebbe essere una 'creazione' del sogno. Sento che devo entrare ma non so la ragione. Le guardie del palazzo sono vestite da ladri e questo mi spaventa, ma loro mi dicono "entra, ti stanno aspettando." Due donne stanno lavorando a bricolage in una grossa sala, come un'opera artistica dove la base e la parte superiore devono essere unite in modo metodico, pezzo dopo pezzo. Come assemblare un grande puzzle, ma con forma artistica. La donna di rango superiore si atteggiava troppo, non voleva lavorare, mentre l'altra di rango inferiore mi lascia collaborare con lei per montare le parti superiori. Sono disegni, ma sono anche oggetti. Parte superiore e parte inferiore si uniscono fra loro. Di nuovo simmetria. Se all'ingresso dell'edificio era simmetria orizzontale, ora è simmetria verticale. Magari sarà stato l'effetto del post di ieri su Inneres Auge di Battiato. Completo il lavoro, ma arriva un altro uomo, credo che fosse il padre della donna di rango inferiore, è nervoso per ragioni sue. Sbatte un pugno sul tavolo e il lavoro viene rovinato, bisogna ricominciare da capo. La simmetria viene spezzata, infranta, un'opera artistica distrutta.

Considerazioni: difficile a dirsi, mi capita spesso di sognare questi grandi edifici, non sono esperto di architettura, perciò quando li vedo mi saltano all'occhio. Ieri uno a Milano, stanotte uno a Torino. E finalmente, la libertà d'accesso, la porta chiusa che diventa aperta, lo vedo come un elemento positivo.
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