"Io" e tutto ciò che non è me...

IO e tutto ciò che non è me...

Guardandomi intorno, non posso fare a meno di notare una sempre maggiore “chiusura”. È come se ognuno di noi si rintanasse nel suo angoletto di mondo, riuscendo a vedere solo se stesso.
Sento continuamente persone lamentarsi o vantarsi, tutte concentrate sui loro catastrofici problemi o sulle loro formidabili gesta: sono le persone più sfortunate del mondo e che soffrono di più, o al contrario quelle speciali, quelle che da cui gli altri hanno veramente qualcosa da imparare... Poi ci sono quelle che rifiutano a priori la condivisione, e vivono dei loro interessi e delle loro paure.
Bleah. Sono davvero nauseata. Di sentire loro e di rendermi conto di essere spesso anch’io così. Mai che ci venga in mente di considerare realmente chi ci sta attorno, perfino le persone che pensiamo di amare. C’è sempre un “io”, un “mio”... dobbiamo essere sempre al centro di tutto, o almeno sentirci come se fosse così. E invece dovremmo decentralizzarci, ampliare lo sguardo, aprirci a ciò che non è noi... imparare ad avere una visione d'insieme.
Credo che l’uomo sia proprio fatto così, istinto alla sopravvivenza chissà, ma ho l’impressione che stia peggiorando... non so di preciso perché, ma sono preoccupata. A volte mi sembra di essermi trovata, quasi per sbaglio, trascinata da una corrente lenta e silenziosa che ha già una sua precisa destinazione...

Ho dato un titolo un po’ generico alla discussione, così sarà possibile inserire riflessioni di qualsiasi genere (ehm, sempre nel rispetto della decenza e delle regole del forum ovviamente! ) su un argomento abbastanza ampio.
Oggi ho sentito il bisogno di questo sfogo, me lo tenevo dentro già da un po’, anche se ho dovuto lottare con le parole che ultimamente non hanno tanta voglia di uscire...

Un po' dislessia da studio (eh, non si finisce mai), un po' noia, un po'...be', c'ho i miei catastrofici problemi pure io!
Per fortuna non mancano i pensieri felici

ciao Sisil

argomento interessante, ma, è che io sono strana e penso che niente sia veramente altro da me.

O perlomeno...ci sono due piani di esperienza.

Su un piano molto concreto mi rendo conto che mio marito (per esempio) non è me, ma su un piano leggermente più ampio so che lui riflette delle parti di me, soprattutto quelle che io non riesco del tutto a vivere in prima persona.

Questo lo vedo in ogni sfera della mia vita. Non veniamo mai a contatto con qualcosa/qualcuno che non abbia strettamente a fare con "ciò che siamo" su un qualche livello.

ciao

Sì, in effetti diciamo che sono rimasta su un piano molto concreto, su quello che sento e vedo spesso intorno a me...quell'io che è il singolo io, la persona, con la sua precisa identità.
Riuscire ad avere una visione d'insieme, in un certo senso quello che fai tu , mi sembra una cosa davvero rara al giorno d'oggi! O magari, pur avendo questa concezione, si tende poi sempre a distinguere e a separare egoisticamente... E se a volte mi sembra "normale", in altre colgo una esasperazione spaventosa!

Purtroppo come dici tu ci sono persone che rifiutano la condivisione a priori, pensando solo ai loro interessi.

Ma ci sono anche persone che condividono e si rendono disponibili a tutti, anche senza avere nulla in cambio. Ma c'è chi se ne approfitta.

L'istinto di sopravvivenza di pensare prima a se stessi porta a chiudersi o come dici tu a rintanarsi nel suo angoletto di mondo, e a dare troppo valore agli oggetti di propria proprietà.
Non va bene così, non si deve dare importanza nemmeno ai soldi, come tutti sanno i soldi non fanno la felicità, ma portano a volere ancora altri soldi, come succede anche ad alcuni politici (non so molto di politica ma da quel che dicono tutti è così).

Un giorno quando scrissi un post con alcune mie domande, disse SaliceRidente che per rilassarsi bisogna fidarsi.
Beh è quello che bisogna fare, fidandoti di te stesso e degli altri i problemi non li avrai, perché non te li poni, e sarai, come si dice a Napoli "senza pnzier" :D