Malattia linguaggio dell'anima

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l@r@_
00sabato 7 dicembre 2013 13:10
Questo argomento appartiene un po' al mio approccio generale alla vita dove la malattia diventa un "messsaggio" che ci segnala qualcosa che va oltre il sintomo in sé. E' più un porsi in ascolto, osservare e mettersi in discussione più che cercare una soluzione ed eliminare il sintomo che è invece l'approccio della medicina classica (che chiaramente, non escludo).

Ci sono diversi libri sull'argomento. I migliori sono "malattia linguaggio dell'anima" e "malattia e destino" da cui traggo questo brano che espone meglio di me il pensiero che ci sta dietro.

Da Malattia e destino


Il concetto di base è questo: il corpo in sé non è ammalato o sano, in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza, della psiche. Se queste sono ammalate o mancano di qualcosa, sono indotte a richiamare l'attenzione producendo quelle che noi definiamo malattie. Le malattie sono quindi un'informazione della coscienza che vuol far notare una sua necessità, un suo bisogno - e lo rivela sul corpo, che diviene così il suo modo e il suo livello di espressione. È noto del resto che la medicina psicosomatica lavora già da tempo e in larga misura su queste basi, pur senza arrivare ad esprimersi con tanta chiarezza. Per guarire bisogna quindi trasformare la coscienza, integrare ciò che manca, capire le carenze e colmarle. Sia ben chiaro che Dethlefsen non intende sostituirsi alle cure mediche (sia quelle ufficiali che quelle naturali), che tanto spesso hanno effetti benefici: un paziente morto, osserva, non avrà più occasione di capire e quindi di evolversi. Vuole però far comprendere fino in fondo la malattia, interpretarne
il significato e integrarlo nella coscienza, perché soltanto così si può arrivare alla guarigione vera, che è sia fisica, ma è soprattutto psichica e spirituale. Vuole, in altre parole, invitare ad utilizzare la malattia come una " guida " capace di rivelare i veri problemi a livello esistenziale: un'alleata quindi, non una nemica; non un disturbo cieco e casuale, ma un mezzo per capire più profondamente se stessi e favorire il proprio cammino evolutivo.



Lara

Sisil88
00sabato 7 dicembre 2013 16:36
Quindi il primo passo sarebbe riuscire a collegare un sintomo all'eventuale "problema" di natura non fisica, giusto?
Uhm, non sembra facile...si può andare per associazione simbolica però, quanto meno si riduce il campo.
ForsakenLinux
00sabato 7 dicembre 2013 17:19
Prendiamo l'esempio di un bambino che muore a un anno di broncopolmonite: che messaggio voleva dargli la sua anima?
mistermoog
00sabato 7 dicembre 2013 17:39
"...e non farti più vedere da queste parti!"
l@r@_
00sabato 7 dicembre 2013 18:02
Re:
ForsakenLinux, 07/12/2013 17:19:

Prendiamo l'esempio di un bambino che muore a un anno di broncopolmonite: che messaggio voleva dargli la sua anima?



No, Forsaken, il punto non è questo ed è proprio questa modalità di porsi che è ribaltata nell'approccio di cui sto parlando.

Con questa domanda si continua a "guardare fuori"....cosa ho fatto di male per ammalarmi ?? o perché un bambino innocente muore di cancro e un uomo infimo campa fino a cent'anni ?'

Ma il punto non è questo, o perlomeno lo è se per te lo è....nel senso che è soggettivo, dipende da come ci si pone di fronte alla vita, da che punto di vista si vuole guardare le cose.

L'approccio di cui parlo parte dal bisogno, che ad un certo punto diventa ineluttabile, di spostare l'attenzione da fuori a dentro. Quindi se c'è questo bisogno si cambia prospettiva nel guardare le cose.

E la malattia è un "segnale" come potrebbe essere un altro tra le varie manifestazioni della vita in cui invece di incolpare il mondo, la sorte, i genitori, l'inquinamento....ti interroghi in modo diverso.

ciao

lara


l@r@_
00sabato 7 dicembre 2013 18:23
Re:
Sisil88, 07/12/2013 16:36:

Quindi il primo passo sarebbe riuscire a collegare un sintomo all'eventuale "problema" di natura non fisica, giusto?
Uhm, non sembra facile...si può andare per associazione simbolica però, quanto meno si riduce il campo.




Innanzitutto gli organi hanno un significato simbolico. La pelle per esempio è legata alla relazione, al contatto con il mondo e con l'altro. Problemi della pelle come la psoriasi sono legati a problematiche legate alla relazione, al desiderio di essere amati, toccati, abbracciati e il timore del rifiuto.

Un calo temporaneo o definitivo dell'udito può essere legato al rifiuto di ascoltare che può derivare da diverse motivazioni. Può essere, per esempio, la conseguenza dell'atteggiamento rigido di "chi non vuol sentir ragioni" e si chiude nella sue certezze.

L'approccio implica il porsi delle domande che presuppone già un mettersi in discussione....tipo, cos'è che non voglio sentire ? cos'è che non mi piace di ciò che sento ?

Insomma, è un indagine dentro di sé che inevitabilmente troverà delle resistenze....ma poi è proprio bella la consapevolezza che ne deriva.

ciao

lara

ForsakenLinux
00sabato 7 dicembre 2013 18:30
Re: Re:
l@r@_, 07/12/2013 18:02:



No, Forsaken, il punto non è questo ed è proprio questa modalità di porsi che è ribaltata nell'approccio di cui sto parlando.

Con questa domanda si continua a "guardare fuori"....cosa ho fatto di male per ammalarmi ?? o perché un bambino innocente muore di cancro e un uomo infimo campa fino a cent'anni ?'



In realtà non è in questo senso che ho posto la domanda.
Non faccio discorsi di questo genere...

Volevo capire, in questo particolare tipo di approccio da te proposto, qual è il messaggio che l'interiorità di un bambino di un anno vuole comunicare attraverso la manifestazione di una malattia mortale.

l@r@_, 07/12/2013 18:02:

L'approccio di cui parlo parte dal bisogno, che ad un certo punto diventa ineluttabile, di spostare l'attenzione da fuori a dentro. Quindi se c'è questo bisogno si cambia prospettiva nel guardare le cose.

E la malattia è un "segnale" come potrebbe essere un altro tra le varie manifestazioni della vita in cui invece di incolpare il mondo, la sorte, i genitori, l'inquinamento....ti interroghi in modo diverso.



Perdonami ma ci sto capendo poco.

l@r@_, 07/12/2013 18:23:




Innanzitutto gli organi hanno un significato simbolico. La pelle per esempio è legata alla relazione, al contatto con il mondo e con l'altro. Problemi della pelle come la psoriasi sono legati a problematiche legate alla relazione, al desiderio di essere amati, toccati, abbracciati e il timore del rifiuto.

Un calo temporaneo o definitivo dell'udito può essere legato al rifiuto di ascoltare che può derivare da diverse motivazioni. Può essere, per esempio, la conseguenza dell'atteggiamento rigido di "chi non vuol sentir ragioni" e si chiude nella sue certezze.

L'approccio implica il porsi delle domande che presuppone già un mettersi in discussione....tipo, cos'è che non voglio sentire ? cos'è che non mi piace di ciò che sento ?

Insomma, è un indagine dentro di sé che inevitabilmente troverà delle resistenze....ma poi è proprio bella la consapevolezza che ne deriva.

ciao

lara




Mi sembra una forzatura ragionare in questo modo...
Se ti cala l'udito è perché ci sono motivazioni fisico-ambientali, chessò un virus, un batterio, un trauma... non perché ti "chiudi in te stesso."
Sisil88
00sabato 7 dicembre 2013 18:30
l@r@_, 07/12/2013 18:23:


Innanzitutto gli organi hanno un significato simbolico. La pelle per esempio è legata alla relazione, al contatto con il mondo e con l'altro. Problemi della pelle come la psoriasi sono legati a problematiche legate alla relazione, al desiderio di essere amati, toccati, abbracciati e il timore del rifiuto.

Un calo temporaneo o definitivo dell'udito può essere legato al rifiuto di ascoltare che può derivare da diverse motivazioni. Può essere, per esempio, la conseguenza dell'atteggiamento rigido di "chi non vuol sentir ragioni" e si chiude nella sue certezze.



Ah ecco, io non sapevo ma ero arrivata a qualcosa di simile per intuito...è uno spunto interessante! Ci farò caso la prossima volta che avrò qualche problemino...sarebbe anche utile sapere altre associazioni! Anche se, in effetti, ci si arriva più o meno...
l@r@_
00sabato 7 dicembre 2013 18:54
@FORS

Se ti sembra una forzatura questo approccio, ok...va bene, ovviamente.



[SM=g27823]

@SISIL

ci sono diversi libri sull'argomento con il dizionario delle malattie...quello che ho sotto gli occhi qui, adesso è "ogni sintomo è un messaggio" di Claudia Rainville.

ciao

lara
Sisil88
00sabato 7 dicembre 2013 18:55
Re:
l@r@_, 07/12/2013 18:54:


ci sono diversi libri sull'argomento con il dizionario delle malattie...quello che ho sotto gli occhi qui, adesso è "ogni sintomo è un messaggio" di Claudia Rainville.



Grazie mille per l'informazione [SM=g27823]
ElPaiche
00sabato 7 dicembre 2013 19:01
Se per malattia si intende di forma psicosomatica forse una guarigione completa passa proprio dal dare alla coscienza ciò che le manca o ciò le serve. In un caso di mia conoscenza si è andati avanti per anni a cercare cure medicinali e/o naturali. Applicate queste diciamo che il corpo ha ben risposto a tali cure, ma lasciandolo sempre ad un passo da una guarigione completa. Guardando ai comportamenti, allo stile di vita, al carattere non facile di questa persona, infatti spesso accusa, a volte in modo pesante ed altre volte in modo irridente, il suo nucleo famigliare, a me è sempre parso lampante che di fondo ci sia dell'altro e fino a quando questo individuo non si guarderà dentro non guarirà mai davvero ma continuerà a tamponare la sua malattia con cure tra l'altro abbastanza costosette.
L'"acidità" di questo individuo parla chiaro a tutti, tranne che a lui e pare che manco se ne accorga che tutto si ripercuote poi sul suo fisico.
Questa però è una malattia psicosomatica e ci può stare tutto il discorso di l@r@ ma mi interesserebbe sapere come fare per farsi "amica" una malattia peggiore.

ForsakenLinux
00sabato 7 dicembre 2013 19:08
Capisco il voler dare un senso alla malattia per esorcizzare la sua valenza negativa, ma non ci posso fare niente se questo sistema di pensiero mi pare una forzatura: e va beh, è soggettivo tanto.
l@r@_
00sabato 7 dicembre 2013 19:51
Re:
ElPaiche, 07/12/2013 19:01:



Questa però è una malattia psicosomatica e ci può stare tutto il discorso di l@r@ ma mi interesserebbe sapere come fare per farsi "amica" una malattia peggiore.





In questo approccio l'obiettivo non è l'eliminazione del sintomo, che è lo scopo della medicina tradizionale, salvo poi ricacciare le motivazioni che ci stavano dietro ancora più in profondità e determinare l'insorgere di una nuova malattia.

Si tratta di fare luce, di portare alla coscienza ciò che è stato negato.

Se la malattia non ha più motivo d'essere, perché si è integrato il contenuto negato che rappresentava, avviene la guarigione.

La questione di malattia grave o meno grave è "relativa" nel senso che come dicevo prima se una malattia viene "guarita" eliminando il sintomo, ma la questione interiore che l'ha determinata è rimasta intatta, è probabile che questo nodo interiore possa manifestarsi con una malattia ancora più "grave"....o con una malattia cronica.

Quindi si tratta di disponibilità a mettersi in discussione e a guardarsi dentro.



lara

piper.38
00domenica 8 dicembre 2013 11:02
Un bell'argomento, non c'è che dire, grazie delle delucidazioni, Lara. Sinceramente non la trovo una forzatura, anzi è un modo di vedere le cose da una nuova prospettiva. Molti anni fa si diceva che la malattia colpisce gli organi più deboli del corpo, ma perchè proprio quelli sono deboli? Cosa li rende deboli, una questione genetica o altro? Bisognerebbe ogni tanto porsi domande del genere, non sono affatto perdite di tempo specie quando l'argomento ti tocca da molto vicino. I fibromi si sviluppano dovunque, che io sappia, perchè allora mi ha colpito proprio "in basso a destra" e non ad esempio ad una gamba come è successo ad altri? Una mia conoscente malata di tumore al seno (che poi ha sconfitto) ha chiesto al medico perchè viene il tumore e lui ha risposto che a volte sono i dispiaceri a far impazzire le cellule. Farò anch'io la stessa domanda al mio chirurgo quando sarà il momento, voglio sapere il suo parere. Secondo me il corpo, che non ha voce, si esprime come può e noi che spesso siamo sordi non ci accorgiamo del suo disagio finchè non ci capita qualcosa di fastidioso o di grave e allora finalmente lo curiamo sperando che non sia tardi. Ci devo pensare ancora un po' su.
l@r@_
00domenica 8 dicembre 2013 11:10
Re:
piper.38, 08/12/2013 11:02:

I fibromi si sviluppano dovunque, che io sappia, perchè allora mi ha colpito proprio "in basso a destra" e non ad esempio ad una gamba come è successo ad altri? Una mia conoscente malata di tumore al seno (che poi ha sconfitto) ha chiesto al medico perchè viene il tumore e lui ha risposto che a volte sono i dispiaceri a far impazzire le cellule. Farò anch'io la stessa domanda al mio chirurgo quando sarà il momento, voglio sapere il suo parere. Secondo me il corpo, che non ha voce, si esprime come può e noi che spesso siamo sordi non ci accorgiamo del suo disagio finchè non ci capita qualcosa di fastidioso o di grave e allora finalmente lo curiamo sperando che non sia tardi. Ci devo pensare ancora un po' su.



La considerazione che ha fatto il medico per il tumore della tua amica è "illuminata" per un medico della medicina ufficiale, ma credimi che non ci sono molti così aperti a considerazioni alternative.

Anni fa a seguito di un otite che mi ha diminuito l'udito ho chiesto al mio medico se riteneva che potessero esserci delle motivazioni più profonde legate a qualcosa che non volevo "sentire"....mi ha guardata male e mi ha detto..E' un otite ne più ne meno, adesso ti do' l'antibiotico e ti passa. Fine dell'approfondimento.... [SM=g27828]

lara


mistermoog
00domenica 8 dicembre 2013 12:38
E l'antibiotico ti ha fatto "voler sentire" quelle cose?
l@r@_
00domenica 8 dicembre 2013 13:03
Re:
mistermoog, 08/12/2013 12:38:

E l'antibiotico ti ha fatto "voler sentire" quelle cose?




ovviamente...no..l'antibiotico elimina il sintomo.

La domanda che avevo fatto al medico era per sondare la sua posizione come rappresentante della medicina ufficiale.


Moog, esprimi il tuo parere sull'argomento. Mi interessa. [SM=g27823]

lara

ForsakenLinux
00domenica 8 dicembre 2013 14:28
Re: Re:
l@r@_, 08/12/2013 13:03:




ovviamente...no..l'antibiotico elimina il sintomo.

La domanda che avevo fatto al medico era per sondare la sua posizione come rappresentante della medicina ufficiale.


Moog, esprimi il tuo parere sull'argomento. Mi interessa. [SM=g27823]

lara





Guarda, non per fare l'avvocato del diavolo ma credo che la posizione di MM sia molto simile alla mia, la quale a sua volta è in accordo con quella assunta dal medico che hai citato: un'otite e basta, una malattia e basta, fatte le dovute eccezioni per i disordini psicosomatici.
L'universo non vuole darti alcun segno perché non è controllato da alcuna "mente intelligente", semplicemente le cose accadono e possiamo al massimo imparare da esse, non trovare significati personali a eventi di per se neutri.
È una deformazione che l'uomo applica alla realtà.

Forse sono queste le cose che non vuoi sentire [SM=x431219]
Sisil88
00domenica 8 dicembre 2013 14:44
Mi sa che c'è un problema di incomprensione di fondo...

Comunque, a me sembra molto lineare come ragionamento e penso che i medici troppe volte si basino solo sulla scienza "classica" e sul pregiudizio senza rinnovarsi. Che sia presunzione o scarsa dedizione al proprio lavoro non lo so, ma è una cosa che si nota...
La medicina classica e uno studio più intimo e personale dovrebbero andare di pari passo, fare lavoro di squadra, per vedere entrambi dove possono arrivare. L'antibiotico può curare il corpo, ma se quel problema fisico è in qualche modo connesso ad un problema più "interno", allora l'antibiotico funziona solo a metà.

Mi viene da pensare a quando, ad esempio, si dice "sono predisposto a...": chissà, magari il farmaco taglia il ramo malato, ma per estirpare la radice ci vuole altro...
Così, limitandoci a correggere il problema quando si manifesta il sintomo, non si fa caso a ciò che c'è veramente dietro e per cui non esistono farmaci inventati dall'uomo.

Lara, scusa se collego un po' i due argomenti...c'era un periodo in cui mia sorella seguiva l'oroscopo di Paolo Fox in tv. Ricordo che diceva che il segno del toro (mia sorella, appunto), aveva come punto debole la gola. C'è, secondo te, anche un qualche collegamento tra problemi di salute e astrologia?

P.S. Preciso, mi piace guardare le cose da una prospettiva diversa. Il che non esclude la scienza medica, semplicemente credo che consenta di avere un quadro più globale.
l@r@_
00domenica 8 dicembre 2013 14:59
Re: Re: Re:
ForsakenLinux, 08/12/2013 14:28:




L'universo non vuole darti alcun segno perché non è controllato da alcuna "mente intelligente", semplicemente le cose accadono e possiamo al massimo imparare da esse, non trovare significati personali a eventi di per se neutri.
È una deformazione che l'uomo applica alla realtà.

Forse sono queste le cose che non vuoi sentire [SM=x431219]




Fors...non c'entra proprio l'universo [SM=g27823]

ciao

lara
ForsakenLinux
00domenica 8 dicembre 2013 15:17
Re: Re: Re: Re:
l@r@_, 08/12/2013 14:59:




Fors...non c'entra proprio l'universo [SM=g27823]

ciao

lara




Ok, allora metti "la tua anima" al posto di "universo."
Il risultato non cambia.
Il punto è che una correlazione non implica un rapporto di causalità, questa è la base del pensiero logico.
Se respiro amianto e mi viene un tumore è perché l'amianto è cancerogeno, non perché il mio spirito mi stava invitando a rifiutare il male dalla mia vita (esempio a caso.)

Prendo atto poi del fatto che la mia domanda sul "messaggio" dell'anima al bambino che muore di polmonite non ha ricevuto risposta, o almeno non una risposta coerente.
l@r@_
00domenica 8 dicembre 2013 15:20
@SISIL

Concordo con quanto dici. In realtà l'approccio della medicina classica e quello di cui sto parlando (che non so come definire [SM=x431223] ) sono, come accade in altri ambiti, complementari.

E' un po' la solita divisione tra razionalità e intuito, tra pensiero lineare e pensiero analogico, tra emisfero destro ed emisfero sinistro...

L'uno non esclude l'altro ma insieme determinano la totalità che siamo.

Credo che questo approccio debba essere sentito. Solo sperimentandolo personalmente si può comprenderlo veramente. Ma se lo si rifiuta a priori significa che non ci appartiene.

Riguardo all'astrologia. Bravissima. Il tema natale è perfetto per capire quali sono gli aspetti che non integriamo e quindi proiettiamo fuori come ombra che può ,e dico può, trasformasi in malattia, ma non necessariamente....le modalità con cui si possono manifestare i contenuti negati sono molteplici.

ciao

lara

l@r@_
00domenica 8 dicembre 2013 15:25
Re: Re: Re: Re: Re:
ForsakenLinux, 08/12/2013 15:17:





Prendo atto poi del fatto che la mia domanda sul "messaggio" dell'anima al bambino che muore di polmonite non ha ricevuto risposta, o almeno non una risposta coerente.




E a cui non risponderò... [SM=g27823]

Chiariamo una cosa Fors, puoi non essere d'accordo. Per me va benissimo. Non sono qui a propagandare qualcosa ...esprimo un mio modo di vedere certe cose che mi appartiene da decenni se non da sempre.

Non ho risposte esaustive, dal momento che niente, nemmeno la scienza dà risposte esaustive.

Quindi...take it easy... [SM=g27823]

lara
Sisil88
00domenica 8 dicembre 2013 15:27
Devo riuscire a trovare l'orario preciso della mia nascita e farmi il tema natale! Così posso ragionarci su per bene...

Fors, i fattori ambientali hanno sicuramente il loro potere. Ma perché, ad esempio, alcuni soggetti si ammalano e altri no? Perché, sottoposti alle stesse condizioni di vita, alcuni ne risentono e altri no? Perché, tra i fumatori, alcuni muoiono e altri no? Eccetera eccetera...
Probabilmente entrano in gioco anche altri elementi che "ti rendono più debole rispetto a...", "predisposto a..." e che non si possono spiegare e che forse, dico forse, hanno proprio a che fare con qualcosa del genere.
Ma non mi avventurerei in discorsi così grandi, non me ne sento in grado.
Ecco, come diceva Lara, non è facile avere risposte esaustive...magari si potesse!!
ForsakenLinux
00domenica 8 dicembre 2013 15:59
@Lara: E va beh, nessuno la sta prendendo sul difficile: stiamo solo discutendo.
Se tu esprimi il tuo modo di vedere in piena libertà, faccio lo stesso io esponendo i miei argomenti ;)

@Sisil: Genetica e l'ambiente stesso.
C'è chi è per costituzione più forte e regge stili di vita anche dannosi meglio di altri, magari perché cresciuto in un contesto diverso e più sano, e chi invece è debole per natura.
Poi si sa: lo stress, il nervosismo e tanti elementi caratteriali come rabbia e irascibilità non fanno bene al proprio corpo, ma questo non ha nulla a che vedere con il discorso di Lara.
Sisil88
00domenica 8 dicembre 2013 17:36
Re:
ForsakenLinux, 08/12/2013 15:59:


@Sisil: Genetica e l'ambiente stesso.
C'è chi è per costituzione più forte e regge stili di vita anche dannosi meglio di altri, magari perché cresciuto in un contesto diverso e più sano, e chi invece è debole per natura.
Poi si sa: lo stress, il nervosismo e tanti elementi caratteriali come rabbia e irascibilità non fanno bene al proprio corpo, ma questo non ha nulla a che vedere con il discorso di Lara.



Invece secondo me tutto ha a che vedere con tutto...perché scindere? Poi, magari, se ci si riflette su, ci si accorge di dare definizioni diverse agli stessi fattori/fenomeni [SM=g27823]
ForsakenLinux
00domenica 8 dicembre 2013 18:05
Indirettamente tutto ha a che vedere con tutto, ma bisogna andare a controllare le cause dirette che portano ad un tale fenomeno: questa è l'unica cosa possibile.
l@r@_
00lunedì 9 dicembre 2013 07:40
Riporto ancora un brano di "Malattia e destino"

"L'uomo crede di essere soltanto ciò in cui si identifica, o di essere solo come si vede. Questo modo personale di valutare, secondo noi è disonesto. Naturalmente parliamo sempre di disonestà verso se stessi.

Tutti gli inganni di questo mondo sono nulla se confrontati con quelli che l'uomo nel corso della vita fa a se stesso. Onestà nei confronti di se stesso è uno dei compiti più difficili che si possono porre. Per questo da sempre a tutti coloro che cercano la verità viene posto come primo è più difficile compito la conoscenza di se stessi. Conoscere se stessi significa trovare il proprio Sé, non l'io, perché il Sé comprende TUTTO, mentre l'io con le sue limitazioni impedisce costantemente la conoscenza del Sé, che è globalità.

Tuttavia per colui che va cercando una maggiore onestà nei confronti di se stesso, la malattia può divenire un aiuto grandioso.

Perché la malattia rende onesti...!! Nel sintomo patologico noi viviamo chiaramente e visibilmente ciò che nella nostra psiche vogliamo eliminare e reprimere.

La malattia compensa tutte le unilateralità e riporta al centro. Spariscono gli egoismi e le pretese di potere, molte illusioni vengono di colpo distrutte e il destino viene improvvisamente messo in discussione".



mistermoog
00lunedì 9 dicembre 2013 10:56
E qui mi viene di parlare di "scopo". (ehm...)
Saremmo quindi venuti al mondo per giocare a nascondino?
Il "se" prevede una negazione dell'"io"?


ps: ci lasceremmo sedurre anche stavolta dalla tentazione di parlare di "equilibrare le due cose bla bla"?
l@r@_
00lunedì 9 dicembre 2013 13:15
Re:
mistermoog, 09/12/2013 10:56:

E qui mi viene di parlare di "scopo". (ehm...)
Saremmo quindi venuti al mondo per giocare a nascondino?
Il "se" prevede una negazione dell'"io"?


ps: ci lasceremmo sedurre anche stavolta dalla tentazione di parlare di "equilibrare le due cose bla bla"?




Mi sembrava di aver capito, Moog, che ritenessi che ciò che SIAMO, nella totalità, vada ben oltre i confini fisici e psicologici che ci delimitano, ed in cui ci identifichiamo. Ma evidentemente ho mal interpretato i tuoi criptici interventi.

Considerazioni come "scopo" e "giocare a nascondino" e i vari bla, bla, bla, sono congetture a cui ho rinunciato da tempo...mi limito ad osservare e vedere.

ciao

lara
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